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Climate change: gli effetti del pulse warming sui parassiti acquatici

Se i parassiti acquatici possono adattarsi a cambiamenti graduali, cosa succede in caso di pulse warming?

(Rinnovabili.it) – Un recente studio dell’Università di Washington esplora i modi in cui i parassiti acquatici risponderanno ai cambiamenti climatici, fornendo ai ricercatori nuove conoscenze sulla trasmissione di malattie. L’analisi, pubblicata su Trends in Ecology and Evolution, si concentra sul modo in cui la relazione parassita-ospite può essere influenzata dal cosiddetto “pulse warming”, cioè ondate di calore repentine e momentanee.

“Gran parte di ciò che si sa su come gli organismi e gli ecosistemi possono reagire ai cambiamenti climatici si è concentrato sul riscaldamento graduale, ha dichiarato Danielle Claar, ricercatrice presso la UW School of Aquatic and Fishery Sciences. “Ma il cambiamento climatico provoca non solo un graduale riscaldamento, ma aumenta anche la frequenza e l’entità di eventi estremi, come le ondate di calore”.

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Claar ha spiegato che sia il riscaldamento graduale, sia il pulse warming possono influenzare gli ecosistemi, ma lo fanno in modi diversi. I parassiti acquatici possono essere in grado di adattarsi e tenere il passo con il riscaldamento graduale, ma un evento estremo può avere impatti improvvisi e profondi.

Ad esempio, il cosiddetto blob del 2013-2015 (un’anomala onda di acqua calda situata difronte all’Alaska e in un’ampia zona della costa occidentale dell’America e del Canada) ha portato al massiccio declino delle stelle marine lungo la costa del Pacifico. Molte specie di stelle marine, infatti, sono state decimate da un’improvvisa epidemia di densovirus (SSaDV), dovuta alla temperatura atipicamente alta delle acque.

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Tuttavia, secondo gli autori, non tutti gli eventi di pulse warming causano la stessa risposta. Infatti, ciò che può giovare a dei parassiti acquatici in uno specifico sistema, può essere dannoso per altri. Il riscaldamento può alterare il ciclo di vita del parassita, limitare l’intervallo di specie-ospiti idonee o addirittura compromettere la risposta immunitaria dell’ospite.

Un altro recente studio della UW ha scoperto che i parassiti acquatici che si trovano comunemente nel sushi sono aumentati di 283 volte negli ultimi 40 anni, anche se la relazione tra eventi di pulse warming e la loro abbondanza non è ancora chiara. Per tale ragione, gli autori concludono sottolineando l’importanza di “comprendere e prevedere in che modo il parassitismo e le malattie potrebbero rispondere ai cambiamenti climatici, in modo da poter mitigare i potenziali impatti sulla salute umana e della fauna selvatica.

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