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Come cambia la protezione dagli eventi climatici estremi: l’impatto dei pericoli secondari

Protezione eventi climatici estremi: i pericoli secondari sono il nuovo rischio
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Il cambiamento climatico sta mettendo in difficoltà i modelli di rischio su cui si basano le assicurazioni. E la loro capacità di protezione dagli eventi climatici estremi che diventano più frequenti e intensi a causa del riscaldamento globale. Il motivo? Le polizze coprono gli eventi con impatto maggiore. Ma gran parte dei danni catastrofali oggi deriva da fenomeni climatici di portata minore, i cosiddetti “pericoli secondari”. Che sono lasciati quasi sempre fuori dal perimetro delle coperture assicurative contro i rischi catastrofali.

Pericoli secondari e assicurazioni rischio clima: cosa sono e perché oggi sono più importanti

I pericoli secondari (secondary perils) sono eventi naturali di intensità generalmente inferiore rispetto ai cosiddetti pericoli primari (come cicloni tropicali o grandi terremoti), Tra questi si includono fenomeni come:

Oggi, i pericoli secondari si stanno rivelando sempre più distruttivi e frequenti. Stanno cioè acquisendo un peso crescente nei costi totali delle catastrofi naturali. La ragione è l’influenza del cambiamento climatico, che incide proprio su frequenza e intensità degli eventi estremi.

Tra gli impatti dell’influenza del riscaldamento globale su questi fenomeni, si possono citare:

Protezione dagli eventi climatici estremi, come cambia il rischio

Come impatta tutto ciò sulla capacità di protezione dagli eventi climatici estremi delle assicurazioni? Un rapporto di S&P rilasciato di recente calcola che pericoli secondari come inondazioni, incendi e tempeste convettive gravi rappresentano una quota crescente delle perdite catastrofiche negli ultimi anni.

Allo stesso tempo, questi fenomeni sono spesso esclusi dalle polizze, che si focalizzano sui pericoli primari. Il risultato? Il rischio sta cambiando, mentre le assicurazioni non sono più al passo col clima che cambia.

“Pericoli secondari come inondazioni e incendi hanno avuto un ruolo importante nel fatto che il settore riassicurativo globale non è riuscito a guadagnare il suo costo del capitale per 5 dei 6 anni tra il 2017 e il 2022”, spiega il rapporto.

Di conseguenza, gli assicuratori pagano premi più elevati per la riassicurazione e trattengono un maggiore livello di rischio direttamente nei loro bilanci a causa dell’aumento della frequenza e gravità degli eventi climatici estremi.

Un esempio di come sta cambiando il rischio catastrofale è l’impatto dell’uragano Helene negli Stati Uniti. L’uragano ha devastato pesantemente la regione dei Monti Appalachi, una zona generalmente meno colpita rispetto alle regioni costiere. Qui, una parte “significativa” delle perdite economiche causate dall’uragano “non è stata assicurata, poiché le polizze standard negli Stati Uniti non coprono i danni da inondazione”, spiega S&P.

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