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Ghiacciai Alpini: come proteggere le nevi del Presena

Presena
Credits: Giancarlo Cancarini – Opera propria, CC BY-SA 4.0

Dal 2008, i ghiacci del Presena vengono protetti con materiale geotessile che respinge i raggi del sole

(Rinnovabili.it) – In Trentino-Alto Adige, il ghiacciaio Presena ha perso oltre 1/3 del suo volume dal 1993. Posto ad un’altitudine compresa tra i 2.700 ed i 3.000 m, secondo il Catasto dei Ghiacciai Italiani il Presena contava una superficie di 82 ettari nel 1961, ma ulteriori misurazioni effettuate nel 2015 hanno riportato un’estensione pari a 25 ettari.

Alimentato prevalentemente dalle precipitazioni nevose dirette, i diversi monitoraggi effettuati nel corso degli anni ne hanno evidenziato il costante ritiro e la perdita di intere porzioni, nonché la notevole riduzione di volume. Per questo motivo, una volta terminata la stagione sciistica, ogni anno i gruppi di ambientalisti cercano di arginare lo scioglimento del ghiacciaio Presena usando enormi teloni bianchi che bloccano i raggi del sole.

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“Questa area si restringe continuamente, quindi ne copriamo il più possibile”, spiega Davide Panizza, direttore dell’azienda sciistica Carosello-Tonale che coordina i lavori. Il telo si dipana sulle nevi cercando di proteggerle dal riscaldamento globale, e la sua estensione aumenta di anno in anno. Da circa 30.000 m2 coperti nel 2008, all’inizio del progetto, il telo ha raggiunto quest’anno un’ampiezza di 100.000 m2.

Costruiti con materiale geotessile in grado di mantenere una temperatura inferiore rispetto a quella esterna, i teli (che misurano 70mx5m) vengono cuciti insieme sul posto per garantire che le correnti calde non penetrino al di sotto. Oltre alle cuciture, vengono posti dei sacchi di sabbia che fungono da ancore contro il vento. Una volta in posizione, i teli sono appena distinguibili dalla neve bianca.

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“Ci sono sistemi di copertura simili ai nostri su alcuni ghiacciai austriaci, ma la superficie coperta dai teloni è molto più piccola, ha dichiarato Panizza. I teli costano fino a 400 euro ciascuno e il team impiega sei settimane per installarli, e altre sei settimane per rimuoverli prima che l’inverno inizi di nuovo. “Quando li rimuoviamo a settembre e vediamo che hanno fatto il loro lavoro, ci sentiamo orgogliosi, conclude Panizza.

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