Il fotovoltaico e l'eolico rappresentano il 27% del potenziale di riduzione delle emissioni totali nel 2030 e il 38% nel 2035. Le stime dell'Emissions Gap Report 2024
Bisogna aumentare di 4-7 volte gli investimenti globali nel settore energetico entro il prossimo decennio per non sforare l’obiettivo di 1,5 gradi di riscaldamento globale. Si tratta di mobilitare tra i 2.000 e i 2.900 miliardi di dollari l’anno solo per espandere le rinnovabili, decarbonizzare il sistema energetico e potenziare le reti. Azioni che valgono più di 1/3 delle riduzioni di emissioni necessarie entro il 2035. Il potenziale di mitigazione del settore energetico è di quasi 15 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente (GtCO2eq) entro i prossimi 10 anni (sui 41 complessivi). Di cui 13 GtCO2eq solo per il settore elettrico. Considerando solo le opzioni che costano meno di 200 dollari per tonnellata di CO2 equivalente.
Sono le stime presentate dall’Emissions Gap Report 2024, il rapporto rilasciato dall’Unep a fine ottobre 2024 che calcola il divario di emissioni tra la traiettoria globale attuale e quella compatibile con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
Una guida per valutare i prossimi piani nazionali sul clima con orizzonte 2035
Entro febbraio 2025, tutti i Paesi che fanno parte della Convenzione quadro Onu sul cambiamento climatico (Unfccc) dovranno depositare i Contributi Nazionali Volontari aggiornati (Nationally Determined Contribution, NDC). Questi piani illustrano gli obiettivi climatici di ciascuno Stato con un orizzonte di 10 anni. La prossima tornata di NDC, quindi, fisserà i target al 2035.
Benché non siano vincolanti, cioè non c’è nessuna penalità per chi non li rispetta, sono uno degli indicatori migliori che abbiamo per controllare se siamo sulla traiettoria giusta per rispettare Parigi. L’Emissions Gap Report 2024 ha calcolato che, anche rispettando alla lettera tutti gli NDC attuali (con orizzonte 2030), andiamo ancora verso un riscaldamento globale di 2,6-2,8°C entro fine secolo.
È quindi necessaria più ambizione. Quanta? In termini generali, per sperare ancora di rispettare 1,5°C, gli Stati entro il 2035 devono collettivamente tagliare le emissioni del 57% rispetto ai livelli del 2019. Per rispettare 2°C, la riduzione deve essere del 37%. Oltre ai livelli generali, l’Emissions Gap Report 2024 fornisce anche le stime sugli obiettivi sulle emissioni al 2035 per settore e sugli investimenti necessari. Lo fa rispondendo a 3 domande:
- Quali sono i parametri critici di trasformazione settoriale globale a cui i prossimi NDC dovrebbero contribuire?
- Dove e quali sono le principali opportunità per ridurre le emissioni e colmare il gap di emissioni?
- Quali sono le implicazioni per le esigenze di investimento e le fonti di finanziamento?
“Le stime di riduzione delle emissioni settoriali forniscono ai decisori politici una visione chiara e dettagliata delle aree in cui sono presenti importanti opzioni di riduzione delle emissioni, che possono essere esplorate in specifici contesti nazionali come parte dei prossimi NDC”, sintetizza il rapporto dell’Unep.
Le opzioni con il maggiore potenziale di mitigazione
Secondo l’Emissions Gap Report 2024, il potenziale complessivo di mitigazione arriva a:
- 31 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente (GtCO2eq) al 2030, con un margine di oscillazione tra 25 e 35 GtCO2eq;
- 41 GtCO2eq al 2035, con un margine di 36-46 GtCO2eq.
A livello di settori, l’energia rappresenta sempre almeno 1/3 del potenziale di mitigazione, mentre le opzioni legate ad agricoltura e gestione delle foreste sempre almeno ¼.
In effetti, l’analisi dell’Unep fa emergere come una manciata di opzioni per ridurre le emissioni abbia un enorme potenziale per colmare il gap di emissioni, sia al 2030 che al 2035. Si tratta di soluzioni già più che rodate e competitive in termini di costi (<200$/tCO2eq):
- il fotovoltaico e l’eolico rappresentano il 27% del potenziale di riduzione delle emissioni totali nel 2030 e il 38% nel 2035;
- nella silvicoltura, la riduzione della deforestazione, l’aumento della riforestazione e il miglioramento della gestione forestale sono opzioni con il 19-20% del potenziale totale nel 2030 e nel 2035;
- Altre opzioni di mitigazione importanti e subito disponibili includono misure dal lato della domanda (demand-side) in tutti i settori e misure di efficienza, elettrificazione e shift di combustibili nei settori dell’edilizia, dei trasporti e dell’industria.
Il potenziale di mitigazione del settore energetico
Il settore energetico ha complessivamente un potenziale di mitigazione di 12,2 GtCO2eq al 2030, che sale a 14,7 GtCO2eq al 2035. Nel dettaglio, le diverse opzioni hanno i seguenti valori potenziali:
- fotovoltaico: 4,2 GtCO2eq al 2030 e 7,9 GtCO2eq al 2035;
- eolico: 4,2 GtCO2eq al 2030 e 7,7 GtCO2eq al 2035;
- idroelettrico, nucleare e geotermico: 1,4 GtCO2eq al 2030 e 2,4 GtCO2eq al 2035;
- BECCS e CCS: 1,9 GtCO2eq al 2030 e 1,7 GtCO2eq al 2035;
- riduzione delle emissioni di metano dalla produzione fossile: 1,9 GtCO2eq al 2030 e 1,7 GtCO2eq al 2035.
Più nel dettaglio, i valori di riferimento per le diverse soluzioni e opzioni sono:
- quota delle fonti zero-carbon nel mix elettrico globale: 65-91% nel 2030 e 77-96% nel 2035, mentre oggi siamo al 37-40%;
- capacità rinnovabile globale: 11-12 TW al 2030 e 18 TW al 2035, oggi siamo a 3,4-3,9 TW;
- quota di eolico e fotovoltaico nel mix elettrico: 43-78% nel 2030 e 59-86% nel 2035, oggi siamo al 9-14%;
- quota di carbone senza cattura di CO2 nel mix elettrico: 3-13% nel 2030, 0-3% nel 2035 (oggi siamo ancora al 34-36%);
- quota di gas fossile senza cattura di CO2 nel mix elettrico: 5-16% nel 2030, 2-7% nel 2035 (oggi siamo al 22-24%).
Lato industria, le opzioni migliori per ridurre il peso delle emissioni energetiche hanno questi valori di riferimento:
- quota di elettricità nei consumi energetici finali: 35-43% nel 2030 e 43-46% nel 2035 (siamo al 29%);
- intensità di carbonio della produzione di cemento: 360-600 kgCO2/t cemento nel 2030, 490 nel 2035 (oggi siamo a 580-600);
- intensità di carbonio nella produzione di acciaio: 960-1350 kgCO2/t acciaio nel 2030, 590 nel 2035, oggi siamo a 1400-1900;
- produzione di idrogeno verde: 58 milioni di tonnellate (Mt) nel 2030, non viene fornito un valore per il 2035 (oggi siamo a meno di 0,03 Mt).
Gli sforzi globali per ridurre la produzione di elettricità da carbone e gas fossile senza recupero di CO2 devono accelerare rispettivamente di sette volte e più di dieci volte, in questo decennio.
Il pieno sfruttamento del potenziale di mitigazione nel settore energetico e nella produzione di combustibili fossili ridurrebbe le emissioni del settore energetico del 65% nel 2030 e del 76% nel 2035 rispetto alle proiezioni basate sulle politiche attuali.
Il gap di investimenti nel settore energetico
Il settore energetico si trova di fronte ad un enorme divario di investimenti rispetto ai livelli attuali per sviluppare appieno il suo potenziale di mitigazione. Secondo l’Emissions Gap Report 2024, il comparto energetico globale ha bisogno di 4-7 volte più investimenti di oggi entro il 2035, per arrivare a volumi attorno ai 2mila-2.900 miliardi di dollari l’anno.
La maggior parte di questa cifra finanzierà l’espansione delle energie rinnovabili, con ulteriori investimenti significativi necessari per le infrastrutture energetiche, tra cui reti e stoccaggio di energia. Un incremento “sostanziale” ma “gestibile” considerati i fondamentali dell’economia globale odierna.