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Pioggia, incendi, caldo: la mappa dell’impatto della crisi climatica sull’Artico

Impatto della crisi climatica sull’Artico: più caldo, umido e tempestoso
Foto di Roxanne Desgagnés su Unsplash

La Noaa statunitense presenta i dati sullo stato di salute dell’Artico nel 2021

(Rinnovabili.it) – Tifoni, fumo di incendi e piogge più abbondanti. Non sono le conseguenze del climate change su una regione tropicale ma l’impatto della crisi climatica sull’Artico. Non proprio il tipo di fenomeni che siamo abituati ad associare alle regioni della Terra che si trovano oltre il circolo polare artico. Ennesimo segno di quanto il riscaldamento globale stia modificando radicalmente il Pianeta.

È un Artico più caldo, più umido e più tempestoso quello che disegna il rapporto annuale della Noaa, National Oceanic and Atmospheric Administration statunitense. Al Polo Nord il periodo compreso tra ottobre 2021 e settembre 2022 è stato il 6° più caldo di sempre dall’inizio delle serie storiche nel 1900. E gli ultimi 7 anni sono anche i 7 più caldi mai registrati. Ed è anche il 25° anno di seguito che la Groenlandia ha un bilancio negativo di volume di ghiaccio. Nel complesso, il riscaldamento globale nell’Artico ha raggiunto quota +0,73°C rispetto alla media degli ultimi 30 anni (1991-2020). Un dato che certifica, ancora una volta, che questa regione del Pianeta si sta riscaldando a un ritmo doppio rispetto al resto del globo.

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La calotta di ghiaccio è rimasta ancora una volta ben al di sotto della media di lungo periodo, anche se senza registrare i valori più bassi di sempre. L’estensione è stata in linea con quella dell’anno precedente. Mentre il ghiaccio si scioglie, aumenta invece il traffico marittimo nell’Artico, soprattutto quello proveniente dal Pacifico attraverso lo stretto di Bering e il mare di Beaufort.

Uno sguardo ai dati relativi alle aree terrestri mostra ancora meglio l’impatto della crisi climatica sull’Artico. Nelle porzioni artiche sia del Nord America che dell’Eurasia, la quantità di neve al terreno è stata più bassa del solito, toccando a giugno scorso, rispettivamente, il 2° e il 3° livello più basso da 56 anni a questa parte. Le precipitazioni sono mediamente in aumento in tutte le stagioni. E con l’aumento delle temperature ha piovuto, invece che nevicato, anche in zone dove solitamente le precipitazioni sono esclusivamente nevose, come il picco più alto della Groenlandia. Incendi, eventi meteorologici estremi e altri tipi di disturbi dell’ecosistema sono diventati più frequenti, influenzando la variabilità della vegetazione della tundra.

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