Un’inchiesta di Reuters mette in luce la minaccia delle perdite di metano dai pozzi di petrolio abbandonati
(Rinnovabili.it) – In USA, le perdite di metano dai pozzi di petrolio abbandonati sono un problema ambientale e un serio pericolo per la salute pubblica. Collegati a dozzine di casi di contaminazione delle acque sotterranee da una ricerca commissionata dal Groundwater Protection Council statunitense, nel corso degli anni i “pozzi orfani” sono stati incolpati di una serie di incidenti di pubblica sicurezza, tra cui un’esplosione avvenuta nel cantiere di un hotel sul lungomare della California nel 2019.
Inoltre, le perdite di metano costituiscono una grave minaccia per il clima, che i ricercatori e i governi del mondo stanno solo iniziando a comprendere. Lo scorso anno, l’IPCC ha raccomandato ai paesi membri delle Nazioni Unite di iniziare a tracciare le emissioni di metano dai pozzi di petrolio e gas abbandonati. Ma, finora, Stati Uniti e Canada sono le uniche nazioni a farlo.
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Le cifre degli Stati Uniti sono molto alte: più di 3,2 milioni di pozzi di petrolio e gas abbandonati hanno registrato perdite di metano per 281 kt (chilotoni) nel 2018, secondo i dati dell’Agenzia per la protezione ambientale (EPA) degli Stati Uniti. La quantità di emissioni provoca un danno climatico equiparabile a quello causato dalla combustione di 16,2 milioni di barili di petrolio greggio. Tuttavia, l’importo effettivo di emissioni, provenienti dagli oltre 2 milioni di pozzi abbandonati in USA, potrebbe essere fino a tre volte superiore, a causa di dati incompleti.
Il problema è meno grave in Canada, dove la maggior parte della produzione di petrolio proviene dall’estrazione di sabbie bituminose anziché dalle trivellazioni tradizionali. Il governo ha stimato che i suoi 313.000 pozzi abbandonati hanno emesso 10,1 kt di metano nel 2018, molto meno che negli Stati Uniti. Tuttavia, l’impatto globale, dovuto ai pozzi di petrolio e gas abbandonati di paesi come Russia, Arabia Saudita e Cina, è molto più difficile da misurare, poiché nessuno dei governi ha pubblicato rapporti sulle perdite di metano dei “pozzi orfani”.
Un calcolo approssimativo, realizzato da Reuters, porterebbe il numero di pozzi abbandonati nel mondo a oltre 29 milioni, con emissioni di 2,5 milioni di tonnellate di metano all’anno, che provocano un danno climatico equivalente a tre settimane di consumo di petrolio degli Stati Uniti.
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Sebbene l’amministrazione Trump abbia minimizzato il riscaldamento globale e il suo legame con i combustibili fossili, il Dipartimento dell’energia (DOE) degli Stati Uniti ha investito risorse per migliorare i dati sulle emissioni di metano dai pozzi abbandonati. I ricercatori del National Energy Technology Laboratory (NETL) del DOE hanno recentemente effettuato misurazioni da oltre 200 pozzi nel Kentucky e nell’Oklahoma e stanno pianificando un lavoro sul campo in Texas.
A livello nazionale, infatti, il numero di pozzi abbandonati documentati in USA è aumentato di oltre il 12% dal 2008, vale a dire nel periodo in cui il fracking si è affermato. Molti esperti ritengono che questa percentuale continuerà a crescere, soprattutto a causa dei fallimenti delle compagnie petrolifere e del gas negli Stati Uniti, anche associati alla pandemia. La società di ricerca Rystad Energy stima che circa 73 compagnie di perforazione statunitensi potrebbero andare in bancarotta nel 2020, con ulteriori 170 pozzi nel 2021, ipotizzando un prezzo medio del petrolio di 30 dollari al barile.