Le perdite di metano sono l’8-12% degli inventari nazionali di CH4
(Rinnovabili.it) – Abbiamo scattato la prima “fotografia” globale delle perdite di metano e i numeri non sono molto rassicuranti. La cattiva notizia è che le emissioni fantasma di metano sono addirittura l’8-12% del totale di CH4 dichiarato ufficialmente dagli Stati. Ed è sui dati nazionali che si basano gli scenari climatici dell’IPCC e quindi le decisioni e gli impegni presi durante le varie COP. Ma c’è una buona notizia: bloccare le perdite è relativamente semplice.
La mappa globale delle perdite di metano
I grandi inquinatori responsabili di perdite di metano maggiori di 25t/h sono 1.800 in tutto il mondo. Il comparto dell’oil&gas la fa da padrone: le aziende energetiche sono due terzi degli emettitori. I restanti 600 sono distribuiti fra miniere di carbone, agricoltura e discariche. Cancellare solo la quota di leak dell’oil&gas, calcola il team di ricerca dietro lo studio pubblicato su Science, equivale a eliminare le emissioni di 20 milioni di auto.
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Per ottenere questi dati, i ricercatori hanno analizzato tutte le rilevazioni satellitari della missione Sentinel-5P dell’ESA tra 2019 e 2020. Quindi si sono concentrati sui 6 paesi con la maggior quota di perdite di metano, cioè Russia, Stati Uniti, Iran, Kazakhstan, Algeria e Turkmenistan. “Il numero effettivo di ultraemettitori varia da paese a paese, ma la relazione tra il numero di fonti e la loro grandezza rimane la stessa”, spiega l’autore principale dello studio Thomas Lauvaux, ricercatore presso il Laboratorio francese di scienze climatiche e ambientali (LSCE).
Le perdite di metano sono circa 50-150 al mese e variano dalle più piccole, sulle 25t/h, fino a giganteschi leak che vengono prodotti al ritmo di centinaia di t/h e che si allargano in atmosfera per centinaia di chilometri.
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Questo studio è una pietra miliare sulla strada verso il conteggio preciso delle emissioni di metano. Con l’avvento della rilevazione da satellite, le perdite di metano diventano visibili e quantificabili come mai prima d’ora. Fino a oggi, però, è mancato un quadro globale, con stime aggiornate e validate. Utili anche a calcolare i costi per eliminare i leak e i relativi benefici. Le stime variano da benefici per 6 miliardi di dollari per il Turkmenistan, ai 4 mld per la Russia, ai 400 mln per Kazakhstan e Algeria.