Rinnovabili • gas serra Rinnovabili • gas serra

Per taglio 55% gas serra al 2030 decarbonizzare riscaldamento e usare caldaie rinnovabili

La campagna sull'efficienza #Coolproducts. Le emissioni prodotte dal settore sono il 12% del totale. In Italia portata avanti da Kyoto club e Legambiente che chiedono di rafforzare le norme sull'ecodesign per una riduzione maggiore di CO2 e l'ampliamento della spinta dell'idrogeno

gas serra
Foto di catazul da Pixabay

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – Per abbattere le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 è “necessario adottare misure per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento degli edifici e rilanciare il mercato delle caldaie da energie rinnovabili”. Questo il pensiero delle associazioni che aderiscono alla campagna di sensibilizzazione e informazione sulle nuove normative europee in materia di efficienza energetica #Coolproducts; i partner italiani sono Legambiente e Kyoto club che a partire dall’autunno scorso hanno inaugurato il progetto ‘Per la decarbonizzazione: efficienza energetica e riscaldamento negli edifici in Italia’.

Leggi anche Riscaldamento pulito, non tutti gli europei possono permetterselo

In base ai dati della campagna – secondo cui le norme sull’ecodesign devono essere rafforzate per aumentare la riduzione di CO2 (le regole adottate nel 2013 dall’Ue contribuiscono al taglio di 80 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, ma se rafforzate queste politiche potrebbero portare a 30 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 all’anno entro il 2030, a 90 milioni di tonnellate entro il 2040, e a 110 milioni di tonnellate entro il 2050), così come l’ampliamento della spinta sull’idrogeno per decarbonizzare il settore – “il 28% dell’energia totale consumata nell’Ue viene utilizzata per riscaldare gli ambienti, mentre più del 75% dell’energia prodotta per il riscaldamento degli edifici privati residenziali proviene da gas, petrolio e carbone. Le emissioni prodotte da questo settore sono circa il 12% di quelle totali”.

“L’Ue, governi e parlamenti nazionali devono agire prima che sia troppo tardi – osservano le due associazioni – servirà introdurre una nuova e più ambiziosa etichetta energetica per le caldaie già a partire dal 2023, in modo da spingere il mercato verso le fonti green”; quello che servirebbe è “una progressiva messa al bando di riscaldamenti inquinanti e fossili”.

Leggi anche Mercato energetico, la domanda fossile raggiungerà il picco nel 2027

“Per avviare e portare a termine la transizione energetica del settore – affermano Legambiente e Kyoto club – sarà fondamentale aprire un dibattito con associazioni, imprese e stakeholders nazionali per arrivare a una sintesi sul potenziamento delle misure di elettrificazione di caldaie e scaldabagni ed emendare il Piano nazionale energia e clima in modo che sia in linea con i nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030”. 

Da un documento messo a punto dalle associazioni emerge che è necessario agire su due fronti. Il primo: introdurre una nuova e più ambiziosa etichetta energetica per le caldaie già a partire dal 2023, in modo da spingere il mercato verso le fonti green. Secondo: una progressiva messa al bando di riscaldamenti inquinanti e fossili. L’auspicio delle associazioni, di fronte alla situazione attuale, è che “il nuovo ministero della Transizione ecologica riesca a conciliare le esigenze del settore industriale con le tematiche ambientali e climatiche, supportando le imprese del settore nella trasformazione industriale con il fine ultimo di far diventare il nostro Paese un’avanguardia mondiale di tecnologie di riscaldamento” amiche del clima.