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Ondate di calore, rispettare i 2°C salverebbe 1/3 delle specie di vertebrati

Ondate di calore: metteranno a rischio il 40% dei vertebrati
Foto di Boris Smokrovic su Unsplash

Lo studio sull’impatto delle ondate di calore è pubblicato su Nature

(Rinnovabili.it) – Uno degli impatti più evidenti già oggi della crisi climatica sono le ondate di calore. Il riscaldamento globale le sta rendendo più intense e frequenti a tutte le latitudini. La scorsa estate l’Europa è stata attraversata da una serie di episodi di caldo estremo che hanno causato decine di migliaia di morti premature. Ma la più poderosa heat wave nella storia del continente, con buona probabilità, è di poche settimane fa: quella che ha portato a Capodanno anomalie termiche anche di 18°C. A livello globale, secondo l’Ipcc, già nei prossimi anni in alcune regioni si supererà il limite di temperatura e umidità a cui gli esseri umani possono vivere. Se questa è la situazione per l’uomo, quale sarà l’impatto di queste ondate di calore sugli altri animali?

L’impatto delle ondate di calore

A questa domanda prova a rispondere uno studio condotto da scienziati delle università del Negev, di Tel Aviv e di Ginevra. Nel lavoro appena pubblicato su Nature i ricercatori indagano gli effetti del climate change -in particolare gli eventi di caldo estremo- su diverse popolazioni di vertebrati in tutto il mondo. E concludono che gli scenari emissivi peggiori nel 2100 metterebbero a rischio fino al 41% delle specie di vertebrati terrestri.

Nello specifico, nello scenario di emissioni di gas serra peggiore (RCP8.5), il 31,1% dei mammiferi, il 25,8% degli uccelli, il 55,5% degli anfibi e il 51% dei rettili sarebbero esposti a episodi di caldo estremo più intensi di quelli verificatisi finora in almeno metà del loro areale. Circostanza che li metterebbe a rischio.

In scenari emissivi più moderati, in linea con le politiche attuali e con le promesse sul clima avanzate finora -che comportano un aumento della temperatura globale di 3,6-2,7°C- il tasso medio di specie di vertebrati a rischio scende al 28,8% e 15,1%. Percentuali che scendono considerevolmente nello scenario più ottimista (RCP2.6), che prevede un global warming di 1,8°C: in questo caso sarebbe a rischio il 6,1% delle specie. In tutti questi scenari le popolazioni più a rischio sono quelle che vivono alle medie latitudini, non quelle ai tropici.

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