Rinnovabili • Decessi per ondate di calore: in Europa sono già quasi 10.000 Rinnovabili • Decessi per ondate di calore: in Europa sono già quasi 10.000

Fra 13 anni, le ondate di calore eccezionali di quest’estate saranno “normali”

Le proiezioni dicono che a fine secolo avremo estati più calde di 4°C rispetto all’epoca preindustriale. Ma già dal 2035 saranno regolarmente intense come quest’anno. Anche se rispettiamo il Paris agreement

Decessi per ondate di calore: in Europa sono già quasi 10.000
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Un nuovo studio del Met Office britannico sulle ondate di calore in Europa

(Rinnovabili.it) – Le ondate di calore che hanno segnato l’Europa questa estate hanno infranto record a tutte le latitudini, dalle decine di nuovi primati locali in Spagna e Portogallo fino ai 40,3°C nel Regno Unito, mai registrati prima. E hanno provocato migliaia di decessi prematuri, anche se per avere le stime complete bisognerà aspettare ancora qualche settimana e i dati di Francia e Italia. Una stagione rovente, che arriva dopo che l’estate 2021 aveva segnato il nuovo massimo assoluto di temperatura media. Ed eccezionale. Ma non per molto. Già dal 2035, infatti, un nuovo studio del Met Office britannico prevede che il caldo estremo di questi mesi diventerà la norma, ogni anno.

Cosa ci attende? Secondo il lavoro, commissionato dal Climate Crisis Advisory Group, a fine secolo avremo estati più calde di 4°C rispetto all’epoca preindustriale. E fra 13 anni i valori toccati con le ondate di calore tra giugno e agosto saranno pienamente nella norma e non si potrà più classificarli come anomalie climatiche. L’aspetto cruciale di questo studio è che la parabola climatica a medio termine descritta è data per certa anche nel caso in cui riuscissimo a contenere il riscaldamento globale entro i 2°C rispettando Parigi.

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“Anche se i Paesi rispettano gli impegni di riduzione delle emissioni assunti finora, la situazione è destinata a peggiorare e si prevede che il clima in Europa diventerà ancora più estremo di quello visto quest’estate”, commenta il presidente del CCAG, David King. “Questi dati non tengono pienamente conto dell’instabilità dell’Artico, che come ormai sappiamo rappresenta un punto di svolta globale che potrebbe avere importanti conseguenze a cascata per l’intero pianeta”.

Lo studio si basa sui dati della temperatura per le estati europee degli ultimi 170 anni e li analizza sulla base della media delle previsioni dei principali modelli climatici. “All’indomani dell’ondata di calore europea del 2003, che si stima abbia ucciso oltre 70.000 persone, avevo previsto che tali temperature, all’epoca così eccezionali, sarebbero diventate la norma con il perdurare delle emissioni”, commenta Peter Stott del Met Office. “Quella previsione si è ora avverata. I rischi di condizioni meteorologiche estreme, tra cui incendi, siccità e inondazioni improvvise, continueranno ad aumentare rapidamente a meno che le emissioni di gas serra non vengano ridotte in modo sostanziale”.