Due studi analizzano l’impatto del riscaldamento globale sull’aumento dello stress termico e la frequenza e intensità delle ondate di calore
Le ondate di calore nell’area Mena innescheranno movimenti migratori verso nord
(Rinnovabili.it) – Medio Oriente, Nord Africa, Asia del Sud. In queste regioni le ondate di calore renderanno la vita umana e animale molto difficile. Tanto da innescare movimenti migratori verso nord. Un team internazionale di ricercatori del Max Planck Institute è riuscito a formulare delle previsioni con un livello di dettaglio senza precedenti per l’area mediorientale e nordafricana, creando ex novo un modello calibrato appositamente per queste zone del Pianeta.
I risultati? “I nostri risultati per un percorso business as usual indicano che, specialmente nella seconda metà di questo secolo, emergeranno ondate di calore super e ultra estreme senza precedenti”, spiega George Zittis del The Cyprus Institute, prima firma dello studio, riferendosi a una simulazione climatica che si basa su condizioni di emissioni di gas serra pari a quelle attuali.
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Ondate di calore che comporteranno temperature anche superiori ai 56°C in contesti urbani e che possono durare per più settimane. Abbastanza da mettere a repentaglio la vita umana e animale. E si tratta di un fenomeno che, a partire dal 2050, aumenterà di frequenza assumendo presto una cadenza annuale. A metà secolo si prevede che il 90% degli abitanti della regione (600 milioni) sarà concentrata in aree urbane.
“I cittadini vulnerabili potrebbero non avere i mezzi per adattarsi a condizioni ambientali così dure”, aggiunge Jos Lelieveld, direttore del Max Planck Institute for Chemistry e a capo del gruppo di ricerca. “Queste ondate di calore combinate con i fattori economici, politici, sociali e demografici regionali hanno un alto potenziale di causare una migrazione massiccia e forzata verso le regioni più fredde del nord”.
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Problemi molto simili anche per gli abitanti del subcontinente indiano. Un secondo studio, pubblicato su Geophysical Research Letters, stima che il livello di stress termico a cui saranno esposti gli abitanti di Pakistan, India e Bangladesh triplicherà rispetto ai valori di oggi anche se il riscaldamento globale viene mantenuto entro i 2°C, la soglia più alta dell’accordo di Parigi. Se invece si conterrà il global warming entro gli 1,5°C lo stress termico crescerà solo di una volta e mezza.
Ma anche in questo secondo scenario, in molte aree dell’Asia meridionale le ondate di calore saranno tali da impedire lo svolgimento di lavori. Tra le zone interessate alcune delle maggiori regioni agricole indiane come il Bengala occidentale e l’Uttar Pradesh, e il Punjab in Pakistan. Centri urbani costieri come Calcutta, Karachi, Mumbai, Hyderabad e Peshawar saranno ugualmente colpiti.