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I mari italiani sono arroventati dalle peggiori ondate di calore marino dal 2003

Ondate di calore marino: Mediterraneo rovente come nel 2003
L’anomalia termica delle acque superficiali del Mediterraneo il 19 giugno 2022, rilevata dal programma UE Copernicus. Credit: European Union, Copernicus Sentinel-2 imagery

Le ondate di calore marino del 2003 causarono morie di massa di organismi bentonici

(Rinnovabili.it) – Il caldo estremo che arroventa da settimane l’Italia e gran parte del resto d’Europa sta generando delle persistenti ondate di calore marino nel Mediterraneo occidentale e centrale. Una situazione che, vista la consistenza dell’anomalia termica delle acque e le aree interessate, è simile a quella registrata nel tremendo 2003.

Allora durò 48 giorni, tra luglio e settembre, e causò una morìa di massa di alcuni preziosi macro-invertebrati bentonici, soprattutto gorgonie e spugne. Furono “gli eventi più gravi, duraturi ed ecologicamente devastanti mai registrati”, ricorda il Centro Mediterraneo sul Cambiamento Climatico. Le zone più colpite furono i golfi di Napoli e di Genova, ma anche Corsica e Sardegna furono duramente colpite.

Ad oggi, rileva il monitoraggio del CMCC, le temperature delle acque nel mar Ligure e nel golfo di Taranto sono 5 gradi più alte della media del periodo. L’anomalia adesso interessa ampi settori del Mediterraneo occidentale e centrale, colpendo in particolar modo le acque italiane. Qui, peraltro, i primi segnali risalgono addirittura all’inizio di maggio. Il 10 maggio le temperature erano già 4°C sopra la norma del periodo 1985-2005, con picchi in superficie anche di 23 gradi, confermano le rilevazioni del progetto CAREHeat curato dall’Agenzia spaziale europea (ESA) e dall’ENEA.

Comparazione tra l’anomalia termica al 1° giugno 2021 (sinistra) e 2022 (destra). Credit: European Union, Copernicus Sentinel-2 imagery

“Il Mar Ligure ha sperimentato condizioni di ondate di calore marino per 3 settimane prima che queste decadessero e si ripresentassero a metà giugno. L’ondata di calore ha interessato il Golfo di Taranto più tardi ma con maggiore intensità, raggiungendo quasi 5°C sopra la media”, segnala il CMCC.

Le previsioni per le prossime settimane non sono del tutto ottimiste. Secondo il CMCC, il surriscaldamento anomalo dello strato superficiale del Mediterraneo “persisterà debolmente nel Mar Ligure ma continuerà a intensificarsi nel Golfo di Taranto. L’ondata di calore marino coprirà ancora la maggior parte del bacino occidentale, ma continuerà a diffondersi nel Mar Adriatico e nel Mar Ionio.

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