Nell’ultimo decennio, quasi ogni giorno tra maggio e settembre ha visto delle heat waves di grandi dimensioni in almeno due diverse regioni del pianeta. Nel nostro mondo globalizzato, aumenta il rischio che l’impatto di più eventi si sommi
Lo studio sulle ondate di calore concomitanti è apparso su Journal of Climate
(Rinnovabili.it) – Con i lockdown e le quarantene forzate causa Covid-19, abbiamo toccato con mano quanto le filiere globali siano connesse tra loro. Un ritardo in Cina, abbiamo visto, si fa sentire con un’onda lunga in America come in Europa. E se anche in queste regioni il virus sta causando dei problemi, gli impatti si sommano e diventano più pesanti. Possono iniziare a scarseggiare i prodotti alimentari, per esempio. La stessa cosa accade con gli estremi climatici: due eventi concomitanti, anche se in zone diverse del pianeta, possono produrre effetti più deleteri e causare costi sociali più alti. Uno studio della Washington State University dimostra che è quello che ci riservano in futuro le ondate di calore concomitanti.
Durante l’ultimo decennio, in quasi ogni giorno della stagione calda dell’emisfero nord – da maggio a settembre – si sono verificate ondate di calore concomitanti: in 143 giorni su 153 totali. Non è sempre stato così, sottolineano i ricercatori. Confrontando questi dati con quelli del periodo compreso tra il 1979 e il 2019, emerge che questa sovrapposizione di eventi estremi è diventata 7 volte più frequente rispetto agli anni ’80.
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Non è l’unica trasformazione. Rispetto a 40 anni fa, infatti, le ondate di calore concomitanti sono aumentate di intensità del 17% e hanno anche ampliato moltissimo – del 46% – l’area su cui si sviluppano. Lo studio riguarda solo quei fenomeni di grandi dimensioni, cioè le heat waves che si estendono almeno su una superficie grande due volte l’Italia. Questa ricerca non si avventura nel dare una stima dei possibili impatti concreti, ma uno studio apparso 2 anni fa su Nature Climate Change dimostrava che ondate di calore concomitanti possono ridurre del 4% la produzione cerealicola globale.
“Più ondate di calore che si verificano nello stesso momento hanno spesso impatti sociali peggiori di un singolo evento”, spiega Cassandra Rogers, ricercatrice post-doc della Washington State University e autore principale dello studio pubblicato su Journal of Climate. “Se alcune regioni dipendono l’una dall’altra, per esempio per l’agricoltura o il commercio, e sono entrambe sottoposte a stress nello stesso momento, potrebbero non essere in grado di rispondere a entrambi gli eventi”.
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