Un team di ricerca dell’università dell’Illinois corregge i modelli previsionali, che vengono usati per determinare l’impatto e la probabilità di eventi climatici estremi come le ondate di calore, migliorandone la precisione rispetto all’ambiente urbano
Un nuovo studio corregge i modelli previsionali sulle ondate di calore urbane
(Rinnovabili.it) – Metà della popolazione mondiale vive nelle città, ma i centri urbani coprono soltanto il 2-3% della superficie terrestre. Per questo il loro impatto su molti modelli climatici è limitato, quasi inesistente. Ma per alcuni fenomeni climatici, come gli eventi climatici estremi, trovarsi in campagna o in città può fare la differenza. E quando in ballo ci sono ondate di calore, l’ambiente urbano è assolutamente decisivo per capirne l’impatto sulla popolazione.
A correggere la rotta ci pensa adesso un nuovo approccio alla modellazione del clima messo a punto dai ricercatori dell’università dell’Illinois. Lo studio, appena pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications, aggiunge due tasselli che rendono più precise le previsioni delle ondate di calore urbane.
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Il primo contributo è integrare i modelli climatici con degli specifici segnali relativi alle caratteristiche degli ambienti urbani. Segnali che, nella maggior parte dei modelli più utilizzati, sono sostanzialmente assenti. Il secondo passaggio, invece, consiste nell’applicazione di questi correttivi alle previsioni multi-modello. Un punto cruciale, perché queste ultime rendono più robuste le previsioni e ne riducono il margine di incertezza. in questo modo, il nuovo modello messo a punto dal team di ricerca può stimare con più precisione l’impatto dei rischi climatici e la loro probabilità anche su scala locale.
Quali sono i risultati di questa ricerca? Lo studio sottolinea in particolare quattro regioni di cui centri urbani risultano molto più a rischio a causa delle ondate di calore di quanto prevedessero i precedenti modelli climatici. Si tratta della regione dei Grandi Laghi negli Stati Uniti, dell’Europa meridionale, dell’India centrale e della Cina del nord. In particolare, un assessment completamente diverso e quello che emerge per la regione al confine tra Stati Uniti e Canada. Qui i vecchi modelli prevedevano eventi di calore estremi soltanto una volta ogni 10.000 anni. Il modello corretto, invece, sostiene che questo tipo di eventi nei centri urbani potrebbero accadere anche una volta ogni quattro anni.
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