Rinnovabili • Ondate di calore: Medio Oriente e Asia del sud invivibili dal 2050 Rinnovabili • Ondate di calore: Medio Oriente e Asia del sud invivibili dal 2050

Le ondate di calore segnano un record bollente e allarmante

Rispetto al 2000-2010, l’ultimo decennio si è riscaldato di 0,25°C. Anche con questo aumento contenuto della temperatura, la superficie interessata da ondate di calore eccezionali è raddoppiata mentre si sono verificati degli eventi con 4 deviazioni standard rispetto alla media, prima mai visti

Ondate di calore: Medio Oriente e Asia del sud invivibili dal 2050
Foto di Jan Vašek da Pixabay

Uno studio del PIK sulle ondate di calore in un mondo 1,1°C più caldo

(Rinnovabili.it) – Mentre tutti gli occhi sono puntati sulla COP26 di Glasgow e l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale entro gli 1,5 gradi, i dati dell’ultimo decennio ci dicono che già un pianeta più caldo di appena 1,1°C deve convivere con eventi climatici estremi devastanti e sempre meno eccezionali. È il caso delle ondate di calore e delle piogge torrenziali, rivela una ricerca del Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK).

Gli scienziati dell’istituto tedesco hanno analizzato i dati relativi alle ondate di calore e alle piogge degli ultimi 10 anni e li hanno confrontati con quelli relativi al periodo 1951-1980. L’indagine cercava di stabilire il peso del cambiamento climatico nell’intensificarsi di eventi estremi. C’è un vasto consenso scientifico sull’effetto del climate change su alluvioni, uragani, ondate di calore da record e periodi di siccità: il mutamento del clima indotto dall’uomo li rende più intensi e più frequenti. E se molti studi hanno provato a stimare cosa succedere nel prossimo futuro, un’occhiata alla situazione attuale fa capire la portata dei cambiamenti che sono già in atto.

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L’ultimo decennio ha segnato un incremento delle ondate di calore addirittura di 90 volte rispetto ai livelli dei 30 anni presi come riferimento. Secondo lo studio del PIK, gli eventi che presentano 3 deviazioni standard rispetto alla media storica, cioè sono decisamente anomali per una regione specifica, oggi sono la quotidianità per il 9% della superficie terrestre. E gli eventi che presentano 4 deviazioni standard e finora sono stati classificati come virtualmente impossibili, hanno già colpito il 3% delle regioni della Terra. Aumentano anche i giorni di pioggia: del 30% rispetto a un mondo senza climate change antropico. “Ciò conferma i risultati precedenti, ma con numeri sempre crescenti”, introduce Alexander Robinson del PIK. “Stiamo assistendo a estremi ora che sono praticamente impossibili senza l’influenza del riscaldamento globale causato dalle emissioni di gas serra derivanti dalla combustione di combustibili fossili”.

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La maggior parte dei fenomeni ultra-estremi è concentrata nelle regioni tropicali. Ma lo studio avverte che, man mano che il riscaldamento globale aumenta, questi fenomeni diventano sempre più comuni anche ad altre latitudini, come quelle europee. Gli avvertimenti non mancano: basta pensare cos’è successo quest’estate tra l’ondata di calore da record che ha portato il Canada oltre i 50°C (quasi 5 gradi più del primato precedente), i nuovi record europei segnati a Siracusa, e le ondate bollenti che hanno attanagliato la Siberia.

Forse il dato che dovrebbe far riflettere più a fondo è la comparazione con il decennio appena concluso. Rispetto al 2000-2010, negli ultimi dieci anni la superficie interessata da ondate di calore anormali è raddoppiata mentre sono comparsi gli eventi ultra-estremi da 4 deviazioni standard, prima mai registrati. Tutto questo è avvenuto con un riscaldamento aggiuntivo di appena 0,25°C. Prima di arrivare a 1,5 gradi ce ne mancano ancora 0,4°C.