Lo studio del Met Office britannico, nell’ambito del progetto europeo HELIX, misura le aree a rischio di caldo letale misurato con la temperatura di bulbo umido
Con 2 gradi in più avremo 15 volte più ondate di caldo estremo
(Rinnovabili.it) – Le ondate di caldo estremo non sono tutte uguali: alcune sono più fatali di altre. Succede quando alle temperature alle stelle si aggiunge molta umidità. Un mix che può mandare in tilt i meccanismi di termoregolazione del corpo umano e farci “bollire”. Oggi questi estremi climatici ad alta mortalità possono toccare circa 70 milioni di persone che abitano nelle zone più critiche. Ma anche solo con un riscaldamento globale di 2°C i numeri lievitano di 15 volte: le persone a rischio possono diventare 1 miliardo.
Lo calcola il Met Office britannico in un dossier pubblicato proprio mentre alla COP26 di Glasgow un pugno di paesi – Arabia Saudita in testa – continuano a puntare i piedi contro ogni riferimento alla necessità di tenere a portata di mano l’obiettivo degli 1,5 gradi.
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L’indicatore usato per ipotizzare chi sarà colpito da queste ondate di caldo estremo, e dove, è la temperatura di bulbo umido. Si tratta di una misurazione scientifica della temperatura dell’aria effettuata avvolgendo con un panno umido il bulbo, così da simulare determinate condizioni di caldo umido. Sopra i 32°C l’essere umano è a rischio, a 35°C la sudorazione smette di essere efficace e il rischio diventa altissimo.
Il Met Office calcola che a 2°C di riscaldamento globale, una temperatura di bulbo umido di 32°C per almeno 10 giorni di fila si può verificare soprattutto in alcune zone dell’India, del Brasile e dell’Etiopia. Ma è altrettanto interessante osservare cosa cambia se il global warming arriva a 4°C: metà della popolazione terrestre vivrebbe in zone a forte rischio. Sotto la lente finiscono soprattutto le fasce tropicali, peraltro le più esposte a una sovrapposizione di fenomeni estremi tra cui siccità e alluvioni lampo. Proprio nell’individuazione di questi hotspot si è concentrato il lavoro del Met Office, effettuato nell’ambito del progetto europeo HELIX.
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“Questa nuova analisi combinata mostra l’urgenza di limitare il riscaldamento globale a ben meno di 2°C”, afferma Richard Betts del Met Office e dell’università di Exeter. “Più alto è il livello di riscaldamento, più gravi e diffusi sono i rischi per la vita delle persone, ma è ancora possibile evitare questi rischi maggiori se agiamo ora”. Per Andy Wiltshire, “ognuno degli impatti climatici presenta una visione spaventosa del futuro. Ma, naturalmente, i gravi cambiamenti climatici guideranno molti impatti, e le nostre mappe mostrano che alcune regioni saranno colpite da più fattori”. (lm)