Il Rapporto sul Clima del XXI secolo in Italia mostra come le temperature medie sono salite ovunque. A Roma addio freddo: scompariranno le temperature sotto zero
di Paolo Travisi
Difficile abituarsi alle ondate di caldo. E se vi dicessimo che da qui al 2030 le estati saranno sempre più infuocate e sempre più lunghe, tanto da sembrare infinite? E’ quanto viene evidenziato dal primo Rapporto sul Clima del XXI secolo in Italia, realizzato da iLMeteo.it e Corriere della Sera e basato su 185 milioni di dati climatici riferiti a tutti i 108 capoluoghi di provincia. Secondo il dossier, per esempio in una città come Roma, entro la fine del decennio dovremmo dire addio al freddo, cioè alle temperature al di sotto dello zero.
I 5 parametri riferiti al grande caldo
Il rapporto ha fotografato 40 anni di cambiamenti climatici nel nostro paese, prendendo in esame 5 parametri dal 1985 alla fine del 2023: la temperatura media annuale, il caldo estremo, cioè il numero di giorni annui con temperatura massima maggiore di 35°C, le notti tropicali, quando la minima non scende mai al di sotto dei 20°C, i giorni di gelo, ovvero il numero di giorni annui con temperatura minima minore di 0°C ed infine la temperatura media mensile.
Cosa è successo a Milano?
Dicevamo della capitale d’Italia, dove oltre le ondate di caldo, il freddo è destinato a sparire, ma come andrà nel resto del paese? Il tratto comune è uguale per tutte le regioni: sempre più caldo, ma al top della classifica ci sono le pianure del Nord, con un aumento delle medie senza precedenti. Da Roma a Milano, dove si è passati da valori intorno ai 13,5°C di circa 40 anni fa, fino agli oltre 16°C degli ultimissimi anni, 2,5° gradi in più, “che dal punto di vista climatico rappresenta uno stravolgimento delle condizioni meteorologiche con conseguenze su numerosi parametri, tra cui l’aumento delle notti tropicali (+50 notti/anno), la diminuzione dei giorni di gelo e l’aumento della frequenza delle ondate di caldo”, si legge nel rapporto.
Le città più calde d’Italia: a Rieti la maglia nera
Il capoluogo che ha fatto registrare il maggiore aumento della temperatura media annuale è Rieti, nel Lazio, che in 4 decenni è passata da un valore di circa 13° ad oltre 17°C di oggi, seguita da Forlì, Reggio Emilia, Cuneo e Parma. Solo le città costiere della Sicilia hanno registrato un leggero calo (-0,1 °C) nel periodo preso in considerazione, ma non va dimenticato il record europeo del 2021 di Floridia, nel siracusano con 48,8°.
Per quanto riguarda le grandi città: Torino con +2,2 gradi è al 19° posto dell’elenco dell’incremento delle medie annuali, Milano 36° con +1,9 °C, Roma 41° con +1,8. “L’Italia e il Mediterraneo in generale, sono un hotspot climatico dove il riscaldamento globale corre a doppia velocità rispetto al resto del mondo. Più caldo sì, ma anche più eventi meteo estremi come siccità, alluvioni e grandinate”, spiega il meteorologo Lorenzo Tedici.
Estati più lunghe e notti di fuoco: diminuiscono giorni invernali
Secondo il rapporto le prossime estati si allungheranno e potrebbero durare anche 5 o 6 mesi, con molti più giorni infuocati rispetto al passato, cioè con temperature superiori ai 35 °C: il record spetta a Caltanissetta con 27 giorni in più, ma l’estate è sempre più rovente in Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna. “In rapporto al periodo 1985-1999, dall’inizio del XXI secolo risulta che le medie, le notti tropicali e i giorni di caldo estremo sono tutti in aumento, mentre i giorni di gelo sono in diminuzione”, aggiunge Mattia Gussoni, meteorologo de iLMeteo.it.
E la notte, purtroppo, non va affatto meglio, toccando temperature tipiche dei Tropici, con Bergamo in testa dove le notti tropicali erano solo 8 nel 1985 e 62 negli ultimi anni. A Milano da 20 a 71, a Roma da 51 a 90: ciò significa tre mesi interi con temperature minime che non scendono mai sotto i 20 gradi. E l’inverno? Le giornate di gelo con temperature minime inferiori a zero gradi sono passate da 52 a 19 a Milano, a Torino da 79 a 26, a Cuneo da 115 a 65. A Roma da 25 a una sola in un anno e la tendenza, come scrivevamo all’inizio dell’articolo, è che entro il 2030 non capiterà più che la colonnina di mercurio scenda sotto lo zero.
La situazione climatica non sembra poter migliorare
Secondo l’analisi dei meteorologi non c’è molto spazio per l’ottimismo, perché la proiezione al 2030 mostra che quella che oggi è considerata un’anomalia diventerà la normalità. Il motivo? «Stiamo pompando in atmosfera quantità esorbitanti di gas ad effetto serra, a causa soprattutto della combustione dei combustibili fossili, come l’anidride carbonica, il metano e il protossido di azoto”, spiega Mattia Gussoni de IlMeteo.it, secondo il quale “questi gas svolgono un ruolo cruciale nell’impedire che una parte dei raggi solari, quindi di calore, venga riflessa nello spazio, rimanendo quindi intrappolata nell’atmosfera terrestre. Questo provoca un aumento delle temperature in tutte le stagioni con conseguenze dirette anche in Italia”.
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