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L’ondata di calore marino nel Mediterraneo dura da 70 giorni

Onde di calore degli oceani: possibile prevederle con 1 anno di anticipo
Foto di Pexels da Pixabay

Finora l’ondata di calore marino è peggiore di quelle del 2015-2019

(Rinnovabili.it) – Nelle ultime settimane, i mari italiani sono diventati oltre 5 gradi più caldi della norma. L’anomalia termica continua senza interruzioni da maggio e continua a crescere. Candidando il 2022 del Mediterraneo a superare anche il tremendo 2003, quando l’eccesso di caldo assorbito dalle acque provocò danni ingenti agli ecosistemi. L’ondata di calore marino in corso dura da più di 70 giorni e colpisce soprattutto il Mediterraneo centrale e, in parte, il settore occidentale con le coste spagnole.

Ondata di calore marino: Mediterraneo bollente, anche 6,5°C sopra la media
crediti: Copernicus Marine Service

70 giorni di ondata di calore marino

È quanto emerge dalle mappe pubblicate il 30 luglio dal sistema europeo di rilevazione satellitare Copernicus. A luglio, la temperatura media delle acque è stata di 27°C, contro il valore normale di 24-26°C. Ma alcune “sacche” molto estese sono decisamente più bollenti. Soprattutto quelle attorno alle Baleari e praticamente tutti i mari italiani (con la parziale eccezione dell’Adriatico), dove l’anomalia termica raggiunge regolarmente i 5°C rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Anche se solo momentaneamente, per alcuni brevi periodi delle aree sono arrivate anche a misurare 6,5°C oltre la media, come a Marsiglia il 19 luglio. Nell’ultima settimana del mese, quasi tutto il basso Tirreno ha raggiunto i 30-31°C.

Che impatti avrà il caldo anomalo sugli ecosistemi marini?

Quale può essere l’impatto di questa ondata di calore marino sugli ecosistemi costieri, bentonici e sulla fauna ittica? Sulla base delle ultime due ondate di calore più intense, quelle tra il 2015 e il 2019, gli scienziati ritengono probabile che si verificheranno degli eventi di moria di massa in alcuni settori del Mediterraneo.

Innanzitutto, per la durata. Più l’ondata di calore marino si protrae nel tempo, più è probabile che porti a tassi di mortalità più elevati. Anomalie termiche così pronunciate, poi, non interessano soltanto la parte superficiale dei mari ma si riverberano più in profondità lungo la colonna d’acqua. Con impatti che possono raggiungere solitamente anche i 45 metri di profondità. Nell’ultimo lustro degli anni ’10, il caldo in eccesso ha avuto impatti su almeno 50 specie diverse.

Secondo uno studio del 2019, entro il 2100 il mare registrerà probabilmente almeno un’ondata di calore marino di lunga durata ogni anno, da giugno a ottobre. Queste ondate di calore potrebbero essere fino a tre mesi più lunghe, circa quattro volte più intense e 42 volte più gravi rispetto agli eventi attuali.

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