Rinnovabili • Riscaldamento globale: il 2020 è l’anno più caldo della storia Rinnovabili • Riscaldamento globale: il 2020 è l’anno più caldo della storia

I record dell’ondata di calore più precoce mai registrata tra India e Pakistan

Nel fine settimana le temperature dovrebbero salire di altri 2-4 gradi, fino a sfiorare i 50°C. A rischio la stagione del raccolto, con le condizioni climatiche che hanno già inciso sulla qualità del grano

Riscaldamento globale: il 2020 è l’anno più caldo della storia
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Le prime avvisaglie dell’ondata di calore già a marzo

(Rinnovabili.it) – Il 25 aprile, a Wardha, nello stato del Maharashtra in India centrale, il termometro ha raggiunto i 45°C. Nel West Rajasthan, e precisamente a Barmer, vicino al confine con il Pakistan, il giorno successivo la colonnina di mercurio è arrivata a 44,4°C. E’ un’ondata di calore anomala quella che sta colpendo molte regioni di India e Pakistan. Il subcontinente indiano non è certo nuovo a temperature così elevate: ma tra maggio e giugno, appena prima dell’arrivo dei monsoni, non in questa stagione.

Secondo le previsioni, l’ondata di calore resisterà sulla regione ancora per qualche giorno. E le temperature si alzeranno di 2-4°C, per lo meno in India centrale da oggi al fine settimana. Ma è soprattutto la zona al confine con il Pakistan quella dove gli incrementi più corposi si potrebbero verificare. Sono previsti fino a 49°C durante il weekend. E non è improbabile che si supereranno i record di caldo per questo periodo dell’anno.

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A rendere anomala quest’ondata di calore è anche la durata. Già nel mese di marzo il subcontinente indiano ha fatto registrare temperature molto più elevate del normale, con vere e proprie heat waves nei settori centrali e nord-occidentali dell’India.

L’inizio anticipato delle ondate di calore nella regione crea, a cascata, nuovi problemi. Ad esempio per il raccolto del grano. Con il rischio che una resa minore aggravi la situazione già preoccupante vista la guerra in Ucraina.

“L’ondata di calore si è verificata molto velocemente e ha anche fatto maturare il raccolto a un ritmo più veloce, il che ha fatto raggrinzire la dimensione dei chicchi. Questo ha anche provocato un calo del rendimento”, spiega JDS Gill, l’ufficiale di informazione dell’agricoltura nello stato del Punjab. Sull’heat wave anticipata, spiega il Dipartimento meteorologico indiano, può aver inciso il bassissimo livello di precipitazioni registrate già da marzo. Che a sua volta complica il quadro per la stagione del raccolto, visto che il deficit idrico in gran parte dell’India è del 99%.

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