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Arriva l’inverno negli USA e porta un’ondata di calore anomala

Foto di David Mark da Pixabay

L’ondata di calore tra stato di Washington, Montana, Wyoming e North Dakota

(Rinnovabili.it) – Un’ondata di calore assolutamente anomala ha sferzato il Pacific North-West, l’area del nord-ovest degli Stati Uniti che quest’anno è stata bersagliata da estremi climatici a più riprese, per poi allargarsi anche ai territori più all’interno. Mercoledì scorso, il 1° dicembre, lo stato di Washington, Wyoming, Montana e North Dakota hanno registrato temperature mai viste prima per il mese di dicembre. La colonnina di mercurio è schizzata a 19°C sopra la media del periodo.

Un ritorno di fiamma del caldo estivo, è proprio il caso di dirlo: in Montana le temperature anomale hanno innescato incendi, un colpo di coda della stagione dei roghi che quest’anno è stata piuttosto intensa in quel quadrante. A Jordan si sono superati i 25°C. Per avere un’idea dell’enormità di questa ondata di calore fuori tempo massimo, oggi le temperature in città sono più vicine alla norma per questo periodo dell’anno e spaziano da una massima di -3°C a una minima di -23°C.

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Anche la Columbia Britannica, sulla costa canadese del Pacifico, ha segnato caldo record per questo periodo. In alcune aree sono stati registrati 22,5 gradi, pareggiando il primato di temperatura per il mese di dicembre. La regione è appena uscita da un’altra serie di estremi climatici con alluvioni che hanno messo in ginocchio gran parte della zona nelle ultime settimane. Tra giugno e luglio, invece, un’ondata di calore senza precedenti aveva infranto di 5 gradi il record di caldo precedente: succedeva a Lytton, dove il termometro ha toccato quasi i 50°C. Pochi giorni dopo il paese è stato raso al suolo da un incendio.

Secondo i meteorologi, questi ultimi estremi climatici nel nord e nord-ovest degli Stati Uniti e nei territori adiacenti del Canada è dovuta a una combinazione di fattori. Da un lato, una delle cause sarebbe l’oscillazione anomala della corrente a getto (jet stream), che ha rallentato molto la sua corsa. Dall’altro lato c’è l’influsso di La Niña, il fenomeno opposto al più noto El Niño, che provoca un raffreddamento della fascia centro-orientale del Pacifico.

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