Gli effetti visibili del clima estremo
(Rinnovabili.it) – Quest’anno la Terra ha vissuto il luglio più caldo mai registrato. Il ghiaccio marino ha raggiunto il livello più basso. Per il quarto mese consecutivo, la temperatura globale della superficie oceanica ha segnato un pessimo record. E l’estate degli estremi climatici non ha intenzione di arrestarsi. Ma se siete stufi degli allarmi sappiate che i diversi campanelli che risuonano nel mondo non hanno più nulla di eccezionale. “Questa è la nuova normalità e non è una sorpresa“, ha affermato Alvaro Silva, esperto di clima presso l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM). “La frequenza e l’intensità di molti eventi estremi, come le ondate di caldo e le forti precipitazioni, sono aumentate negli ultimi decenni”.
Il clima estremo in Europa (e non solo)
Il riscaldamento globale accelerato dalle emissioni antropiche sta già determinando effetti visibili, con buona pace dei negazionisti e di chi preferisce nascondere la testa sotto la sabbia. Le colonnine di mercurio sono la prima spia. In Europa diversi servizi meteorologici e idrologici nazionali – tra cui quelli di Francia, Svizzera, Germania e Italia – hanno emesso allerte per la terza settimana di agosto. A causa di una forte alta pressione e all’aria calda subtropicale proveniente dal Nord Africa, le temperature dovrebbero arrivare nuovamente a livelli in grado di minacciare la salute e il benessere umano. Continuando ad alimentare il rischio di incendi. Come quello che ancora tormenta Tenerife dal 17 agosto: roghi senza controllo hanno bruciato oltre 2.600 ettari di isola, costringendo alla fuga più di 12mila persone.
E anche fuori dall’Europa la situazione non è delle migliori. Il clima estremo ha fatto toccare al Marocco un nuovo record nazionale di temperatura: 50,4 °C ad Agadir l’11 agosto. La Turchia ha registrato il suo primato nazionale raggiungendo i 49,5°C il 15 agosto. E mentre in molte zone del Medio Oriente le temperature superavano i 50°C, il Giappone ha subito un’ondata di caldo prolungata, con molti record locali infranti e avvisi simultanei per piogge torrenziali e inondazioni legate ai tifoni.
Tra uragani e incendi
Lato tempeste va anche sottolineato come il Climate Prediction Center della NOAA, una divisione del National Weather Service, abbia rivisto al rialzo le sue previsioni per la stagione degli uragani atlantici in corso nel 2023 da un livello di attività quasi normale ad uno superiore al normale. L’ultimo a far parlare di sé? L’uragano Hilary che il 18 agosto si è intensificato fino a raggiungere la categoria 4 (venti fino a quasi 220 km/h). Sulla traccia prevista, il centro di Hilary si avvicinerà alla penisola della Baja California in Messico nel fine settimana del 19-20 agosto.
Ma il Nord America ha fatto i conti con il clima estremo sotto più fronti. In Canada la stagione degli incendi non dà tregua. Più di 600 incendi risultavano fuori controllo nel paese al 17 agosto, per oltre 1.000 roghi attivi, di cui 265 nei Territori del Nord-Ovest vicino al Circolo Polare Artico. Negli Stati Uniti, il servizio meteorologico nazionale afferma che il caldo intenso continuerà ad espandersi questa settimana dal centro delle pianure a gran parte degli USA centrali e sud-orientali con una temperatura massima prevista superiore a 38 °C in molte zone.