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Oggi il vertice ONU dei paesi più impegnati sulla crisi climatica

Le Nazioni Unite provano a smuovere le acque con un vertice di paesi e aziende che fanno qualcosa di concreto contro la crisi climatica

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Il Global Stocktake ha da poco mostrato l’insufficienza delle azioni per fermare la crisi climatica. In vista della COP serve un colpo d’ala

(Rinnovabili.it) – Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, riunisce oggi i capi di stato e d’impresa più attivi contro la crisi climatica. L’incontro, che prende il nome di Climate Ambition Summit, dovrebbe servire a dare slancio all’azione per il clima in vista della COP28 di Dubai.

Guterres ha detto che uno degli obiettivi è quello di stimolare l’azione di paesi e aziende i cui piani climatici non sono in linea con gli obiettivi globali. Tra i più importanti paesi occidentali convocati al vertice, ci sono Canada e Unione Europea. Anche l’inviato per il clima degli Stati Uniti, John Kerry, parteciperà all’incontro, ma non dovrebbe pronunciare un discorso. 

Per partecipare attivamente, infatti, bisogna incontrare alcuni criteri. Tra questi, occorre avere in canna proposte di aggiornamento degli impegni nazionali sul clima prima del 2030. Altro criterio è avere obiettivi di transizione energetica verso le emissioni nette zero che prevedano lo stop all’uso di nuovo petrolio, gas o carbone. La previsione di eliminare gradualmente i combustibili fossili è un terzo principio, così come contano anche nuovi impegni di finanziamento per il clima o piani di adattamento.

Per le imprese e le istituzioni finanziarie, invece, l’ONU pone altri paletti. Devono avere obiettivi di taglio delle emissioni per il 2025 che includano le emissioni indirette, ma anche piani per eliminare gradualmente i combustibili fossili senza compensazione del carbonio.

Il tempo di nascondere gli impegni dietro soluzioni di dubbio effetto sembra infatti finito. Dopo la pubblicazione del primo Global Stocktake lo scorso 11 settembre, che ha fatto il punto degli impegni presi a Parigi, il quadro è chiaro. Siamo fuori strada per rispettare l’Accordo di Parigi e serve un’azione rapida e “su tutti i fronti” per riuscire a rispettare gli obiettivi.Tra i temi più scottanti, ci sarà certamente quello della giustizia climatica. Lo dimostra la recente richiesta dei paesi africani di veder ripagate le loro perdite e danni causate da eventi estremi di cui non hanno responsabilità storica. Come farlo? La nuova proposta è una carbon tax globale, che sicuramente verrà rilanciata alla COP. Ma da qui a realizzarla, c’è ancora molta strada.

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