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I nostri obiettivi climatici riscaldano il mondo di 1,7 gradi

Un nuovo studio analizza la portata delle politiche climatiche attuali, distinguendo tra policy in corso di implementazione e obiettivi a lungo termine. Se rispettassimo alla lettera tutte le promesse presentate finora scenderemmo ben sotto i +2°C, anche se non abbastanza per stare sotto la soglia di 1,5 gradi

Obiettivi climatici: se rispettiamo le promesse arriveremo a +1,7°C
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Contando solo le politiche attuali al 2030, andiamo verso +2,1-2,4°C

(Rinnovabili.it) – Se tutti i paesi onorassero gli impegni sul clima che hanno annunciato finora, entro il 2100 la temperatura globale si stabilizzerebbe intorno a +1,7-1,8°C. Sopra la soglia più ambiziosa dell’Accordo di Parigi, ma in linea con il “well below 2°C” che rappresenta il limite massimo. Ma il calcolo funziona solo se si considerano tutti gli obiettivi climatici dichiarati, anche quelli a lungo e lunghissimo termine. Per i quali, la maggior parte delle volte, mancano target quantificabili e ben definiti, oltre che l’indicazione di quali soluzioni e strumenti saranno usati per centrarli. Se si considerano, invece, solo le policy attualmente in vigore, il mondo è ancora su una traiettoria ben superiore ai 2 gradi di Parigi.

Lo ha calcolato uno studio pubblicato su Nature Climate Change da un gruppo internazionale di scienziati del clima che utilizza 4 diversi modelli di valutazione integrati per costruire le previsioni delle future traiettorie emissive per ciascun paese. Ed è proprio sul raggiungere gli obiettivi climatici a lungo termine che bisogna concentrarsi adesso, suggeriscono gli autori: “i risultati di questo studio dimostrano che, sebbene non si debba perdere di vista l’obiettivo di un ulteriore aumento delle ambizioni, l’attuazione a breve e lungo termine dell’attuale serie di ambizioni è attualmente il fattore più importante per evitare un disastro climatico”.

Dove ci portano gli obiettivi climatici attuali?

Non è il primo studio che analizza la portata delle politiche e delle promesse sul clima o il gap di emissioni globale. Soprattutto a ridosso della Cop26, questo genere di analisi è stato molto battuto. Ma è la prima volta che si sostiene che con il livello di ambizione attuale sarebbe possibile raggiungere il picco di emissioni durante questo decennio. Ovviamente, a patto di dare piena implementazione a tutti i punti contenuti nei Contributi nazionali volontari (NDC), cioè le promesse formalmente presentate all’Unfccc (che non sono vincolanti).

Le buone notizie, però, finiscono qui. Perché dopo il picco la discesa non sarà abbastanza rapida da raggiungere la neutralità entro il 2100. Ciò significa che dopo questo secolo continuerebbe l’accumulo di gas serra e, di conseguenza, la temperatura continuerebbe ad aumentare.

Secondo lo studio, il livello corrente di ambizione delle politiche concretamente messe in campo ci porta verso un mondo 2,1-2,4°C più caldo con il 75% di probabilità (e un margine d’errore che allarga la forchetta da 1,9 a 2,7°C). Gli NDC, invece, ci indirizzano verso 2-2,2°C di riscaldamento globale entro fine secolo, con una forchetta che va da 1,7 a 2,5°C. Se però i paesi rispetteranno anche i loro obiettivi climatici a lungo termine dichiarati, dopo aver rispettato i loro attuali impegni NDC nel 2030, “l’aumento della temperatura sarà ulteriormente limitato e si stabilizzerà intorno a 1,7-1,8 °C (1,5-2,0 °C per l’intervallo 25-75%), il che è probabilmente in linea con un futuro “ben al di sotto dei 2 °C””, nota lo studio.