La consultazione pubblica sugli obiettivi 2030 terminerà il 23 giugno
(Rinnovabili.it) – Nonostante la pandemia imperversi, sembra che la Commissione Europea abbia intenzione di non allentare rispetto alle sue politiche climatiche. Ieri, infatti, è stata avviata la consultazione pubblica sui cosiddetti obiettivi climatici 2030, vale a dire sulla possibilità di rendere più ambiziosi i tagli alle emissioni nel corso del prossimo decennio. La consultazione pubblica online, dunque, determinerà se il blocco dovrà ridurre le emissioni di gas serra portandole dal 40 % al 50-55% rispetto ai livelli del 1990.
“Mentre tutta l’attenzione politica della Commissione è sul compito di combattere il coronavirus, stiamo continuando i nostri lavori preparatori sulle priorità politiche a lungo termine, incluso il Green Deal”, ha dichiarato l’esecutivo europeo in una nota. Rispetto a tali priorità, infatti, una volta concordati i nuovi obiettivi climatici 2030, questi ultimi saranno aggiunti alla recente legge sul clima, scatenando una serie di aggiornamenti a cascata di tutte le leggi dell’UE correlate, “compresa la legislazione sull’efficienza energetica, le energie rinnovabili, la condivisione degli sforzi e il sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (ETS)”, ha detto la Commissione.
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Nonostante la pandemia di coronavirus abbia fatto emergere il fantasma della recessione economica, ormai ampiamente inevitabile, la Commissione insiste sul fatto che il Green Deal debba continuare ad essere “la strategia di crescita dell’Europa”, affermando che una maggiore ambizione per il clima “contribuirà anche a garantire i vantaggi della prima mossa post-pandemia per l’industria europea“. I governi degli Stati membri, dal canto loro, hanno appoggiato questa visione quando, la scorsa settimana, hanno incaricato la stessa Commissione di preparare un piano di ripresa che metta al centro la transizione energetica e il digitale.
La consultazione online sugli obiettivi climatici 2030 è aperta fino al 23 giugno e invita tutti i cittadini e le parti interessate a produrre contributi. Tuttavia, sembra che gli ambientalisti siano molto delusi dal fatto che il questionario della Commissione non includa l’opzione di tagliare le emissioni oltre il 55%. Wendel Trio, il coordinatore del gruppo ambientalista Climate Action Network Europa, ha affermato che attenersi all’obiettivo dell’accordo di Parigi (vale a dire mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 ° C) “significa avere un obiettivo di riduzione pari almeno al 65% per l’UE”.
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Inoltre, Trio ha dichiarato ad Euroactiv che “ci rammarichiamo che, scegliendo il 23 giugno come data di fine consultazione, la Commissione lasci intendere di non volere presentare una nuova proposta per gli obiettivi climatici 2030 in tempo per il Consiglio Europeo di giugno“. Il vertice UE di giugno, infatti, era stato precedentemente considerato una pietra miliare nella politica climatica europea, poiché la Polonia si era impegnata a rivedere in quell’occasione l’impegno di neutralità climatica.
Ma gli Stati membri potrebbero contribuire ad ostacolare ulteriormente il lavoro della Commissione non presentando in tempo i propri piani nazionali per l’energia e il clima (PNEC) per il 2030. I ritardatari (Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Romania e Spagna) si trovano in fasi di approvazione diverse e un funzionario dell’UE ha dichiarato a Euroactiv che “chiedere alla Commissione di completare la sua valutazione più rapidamente è un po’ ipocrita da parte di alcuni paesi”.
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