Continuano a crescere i livelli di CO2, metano e ossido di diazoto
(Rinnovabili.it) – Il rallentamento industriale registrato in questi mesi non ha frenato i livelli di CO2 in atmosfera. Al contrario. I gas serra hanno raggiunto un nuovo preoccupante record, nonostante blocchi e restrizioni economiche in risposta alla pandemia. A rilanciare l’allarme è oggi l’Organizzazione meteorologica mondiale (World Meteorological Organization-WMO), confermando dati già emersi nel corso del 2020.
Ma per comprendere appieno il significato di questo record è necessario fare qualche precisazione. Il lockdown a fisarmonica con cui si sta scontrando il mondo, tra riaperture parziali e nuove chiusure, ha avuto un impatto climatico ben visibile nell’immediato. Le emissioni inquinanti e quelle climalteranti sono calate localmente e globalmente, in alcuni casi anche in maniera netta e sensibile. Il Global Carbon Project ha stimato che durante il periodo più intenso della chiusura, le emissioni giornaliere di biossido di carbonio potrebbero esser scese del 17% a livello globale a causa del confinamento della popolazione. Tuttavia calate non significa azzerate. E quello che il mondo ha rilasciato in atmosfera nel 2020 è bastato per far raggiungere ai livelli di CO2 una nuova soglia.
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“Il blocco ha ridotto le emissioni di molti gas serra come l’anidride carbonica”, spiega la WMO. “Ma qualsiasi impatto sulle concentrazioni – il risultato cumulato delle emissioni passate e attuali – in realtà non è maggiore delle normali fluttuazioni anno per anno nel ciclo del carbonio”. Secondo l’Organizzazione, anche con un taglio a fine anno del 7,5% a livello mondiale, i livelli di CO2 continueranno a salire ma a un ritmo leggermente ridotto (0,08-0,23 ppm all’anno in meno). In altre parole, a breve termine l’effetto delle misure di blocco non potrà essere distinto dalla variabilità naturale.
“L’anidride carbonica rimane nell’atmosfera per secoli e nell’oceano ancora più a lungo”, ha spiegato il segretario generale dell’Organizzazione, Petteri Taalas. “L’ultima volta che la Terra ha sperimentato una concentrazione di CO 2 comparabile a questa è stato 3-5 milioni di anni fa”. Epoca in cui “la temperatura era di 2-3 ° C più calda e il livello del mare era di 10-20 metri più alto di adesso. Ma non c’erano 7,7 miliardi di abitanti”.
Questo significa che l’impronta umana è ininfluente sulla quantità di anidride carbonica? No, tutto il contrario. “(Con la CO2) abbiamo superato la soglia globale di 400 parti per milione (ppm) nel 2015. E solo 4 anni dopo, le 410 ppm. Un tale tasso di crescita non si è mai stato visto nella storia. La riduzione delle emissioni correlata al blocco è solo un piccolo blip sul grafico a lungo termine. Abbiamo bisogno di un appiattimento sostenuto della curva”, ha aggiunto il prof. Taalas.
Anidride carbonica | Metano | N₂O | |
Concentrazione media globale 2019 | 410,5 ± 0,2 ppm (parti per mln) | 1877 ± 2 ppb (parti per mld) | 332,0 ± 0,1 ppb |
Concentrazione 2019 rispetto all’anno 1750 | 148% | 260% | 123% |
Aumento assoluto 2018-19 | 2,6 ppm | 8 ppb | 0.9 ppb |
Aumento relativo 2018-19 | 0,64% | 0,43% | 0,27% |
Aumento annuo medio assoluto degli ultimi 10 anni | 2,37 ppm/anno | 7,3 ppb/anno | 0,96 ppb/anno |