Secondo Coldiretti, nell’ultimo decennio i costi degli effetti del riscaldamento globale nel settore agricolo italiano ammontano ad oltre 14 miliardi di euro.
Il nubifragio in Veneto è solo l’ultimo episodio di un agosto difficile per l’agricoltura italiana
(Rinnovabili.it) – Le violente piogge che si sono abbattute in queste ore su Vicenza, Verona, Padova, Rovigo e Belluno hanno causato milioni di euro di danni nelle campagne venete. Secondo un primo monitoraggio effettuato da Coldiretti, alberi da frutta divelti, raccolti distrutti, interi filari di viti abbattuti e stalle allagate sono alcune delle conseguenze più catastrofiche del nubifragio in Veneto.
Le reti antigrandine poste a protezione dei raccolti, specie dell’uva prossima alla vendemmia, non sono state sufficienti per arginare gli effetti della devastante ondata di maltempo. La tromba d’aria non ha solo causato il nubifragio in Veneto, ma ha colpito a macchia di leopardo l’intero nord Italia.
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Come evidenzia Coldiretti, quello di agosto è stato un mese particolarmente duro per l’agricoltura italiana, segnato da 5 importanti grandinate e varie bombe d’acqua che, ogni giorno, hanno spesso distrutto un intero anno di lavoro degli agricoltori lungo la Penisola italiana.
Il nubifragio in Veneto, sottolinea Coldiretti, è solo l’ultima delle più violente conseguenze dei cambiamenti climatici e della tendenza alla cosiddetta tropicalizzazione, che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e con un più rapido passaggio dal sole al maltempo.
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Nell’ultimo decennio, i costi degli effetti del riscaldamento globale nel settore agricolo italiano ammontano ad oltre 14 miliardi di euro, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti.
I cambiamenti climatici, infatti, hanno reso ancora più evidente il pericolo idrogeologico nel Bel Paese, caratterizzato da un territorio reso più fragile dalla cementificazione. Secondo i dati Ispra, il risultato è che il 91,3% dei comuni italiani (7252, per l’esattezza) è a rischio frane e alluvioni, avendo perso in totale – negli ultimi 25 anni – circa il 28% della superficie agricola utilizzabile.