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Neve e vegetazione modulano il riscaldamento in aree diverse Pianeta

neve
Image by David Mark from Pixabay

di Tommaso Tetro

(rinnovabili.it) – La neve e la vegetazione riescono a modulare il riscaldamento climatico. Questo, in sostanza, il risultato dello studio realizzato da una squadra di ricerca internazionale coordinata dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima Cnr di Bologna. L’analisi mostra come i cambiamenti climatici degli ultimi decenni abbiano determinato larghe riduzioni della copertura nevosa ed estese espansioni della vegetazione capaci di amplificare (retroazione positiva al riscaldamento globale) o controbilanciare (retroazione negativa al riscaldamento globale) l’incremento delle temperature nelle diverse regioni dell’emisfero settentrionale. Il tutto è stato reso possibile dai nuovi dati disponibili grazie alle ultime campagne satellitari da cui viene messo in evidenza come ci sia una modifica della quantità di radiazione solare riflessa localmente dalle superfici continentali (effetto di retroazione locale su riscaldamento climatico).

Allo studio – pubblicato sulla rivista ‘Environmental research letters’ – hanno partecipato l’Enea, l’European centre for medium range weather forecasts (Gran Bretagna), il Royal Netherlands eteorological institute (Olanda) e Deltares (Olanda).

Secondo Andrea Alessandri del Cnr “le analisi innovative, condotte combinando insieme per la prima volta i dati climatici con oltre 30 anni di osservazioni satellitari di copertura nevosa, vegetazione e riflettività delle superfici alla radiazione solare, hanno quantificato una notevole diversità spaziale dell’effetto dovuto alla neve e alla vegetazione”.

Nelle regioni dominate dall’effetto della riduzione della neve (alte latitudini e grande elevazione sul livello del mare) è stimato – prosegue Alessandri – “un ampio incremento della radiazione solare assorbita, che contribuisce a un’amplificazione dell’aumento delle temperature dovute al riscaldamento globale (effetto di retroazione positivo). Diversamente, l’espansione della vegetazione (foreste boreali, temperate e tropicali) può produrre effetti di retroazione sia positivi che negativi in diverse regioni e stagioni, a seconda delle caratteristiche della superficie che viene sostituita”.

Se l’espansione della vegetazione rimpiazza una superficie con riflettività maggiore alla radiazione solare, come per esempio la neve – viene spiegato – l’effetto sarà un aumento della radiazione assorbita (retroazione positiva al riscaldamento globale); se invece la superficie sostituita ha minore riflettività (per esempio suoli scuri) l’effetto della espansione della vegetazione sarà un aumento della radiazione riflessa (retroazione negativa al riscaldamento globale).

“I risultati hanno dimostrano che nel complesso la vegetazione ha esercitato un effetto di retroazione negativo durante gli ultimi 30 anni – concludono Alessandri e Franco Catalano dell’Enea – con una tendenza quindi a contrastare l’aumento delle temperature dovute al riscaldamento globale”; si tratta di risultati che forniscono “un riferimento” di osservazione senza precedenti per lo sviluppo dei modelli del sistema Terra di nuova generazione che sono necessari per la valutazione delle strategie da intraprendere per mitigare i cambiamenti climatici futuri”.

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