Raggiungere la neutralità climatica potrebbe stabilizzare il riscaldamento globale
(Rinnovabili.it) – Ai ritmi di emissioni attuali, il mondo supererà presto la soglia dei 2°C di riscaldamento globale. Raggiungere la neutralità climatica su scala globale non può impedire che questo accada, ma può rallentare il processo in modo significativo. Garantendo il tempo necessario per sviluppare misure e tecnologie di adattamento in grado di far fronte alla situazione.
Lo sostiene uno studio appena pubblicato su Nature Climate Change. Che parte da una cattiva notizia. Le sole emissioni di gas serra già immesse in atmosfera, dove resteranno per decenni a seconda delle caratteristiche di ogni molecola, faranno aumentare il riscaldamento globale più di quanto previsto finora. La colonnina di mercurio, calcolano gli scienziati, salirà di almeno 2,3°C.
E’ un valore più alto di quello accettato e preso come riferimento dal panel intergovernativo sui cambiamenti climatici dell’Onu. Secondo le rilevazioni più recenti, il riscaldamento globale ha già raggiunto gli 1,25°C rispetto ai valori pre-industriali. Ma le stime considerate più rigorose, sino ad ora, indicavano che il ‘committed warming’ (il riscaldamento causato dai gas serra già emessi) non avrebbe dovuto far sforare il tetto di 2°C stabilito con l’accordo di Parigi sul clima.
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Qui entra in gioco l’importanza di raggiungere al più presto la neutralità climatica. Con zero emissioni nette di carbonio, il superamento della soglia dei +2°C di riscaldamento globale potrebbe essere ritardata anche di secoli. Questo perché la neutralità climatica, se adottata su scala globale, permetterebbe di bilanciare l’aumento già previsto a causa della concentrazione di CO2 in atmosfera. Secondo gli autori dello studio, si tratterebbe di uno sviluppo decisivo, perché darebbe alla società il tempo di adattarsi, anche trovando soluzioni tecnologiche.
Senza neutralità climatica “supereremo gli obiettivi climatici in pochi decenni”, spiega Andrew Dessler, scienziato del clima della Texas A&M University e co-autore dello studio. “È davvero il tasso di riscaldamento che rende il cambiamento climatico così terribile. Se crescesse di qualche grado in 100.000 anni, non sarebbe un grosso problema”, continua Dessler. “Un grado in più in poche centinaia di anni invece è molto meno dannoso di un grado in pochi decenni. La tempistica è importante”.
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