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L’Australia fa spallucce sulla neutralità climatica

Il premier australiano, Scott Morrison, si è di nuovo rifiutato di fissare a metà secolo l’obiettivo di diventare a emissioni net-zero.

Neutralità climatica
Credits: Patty Jansen da Pixabay

Morrison e i passi indietro sulla neutralità climatica

(Rinnovabili.it) – L’Australia non ha nessuna fretta di raggiungere la neutralità climatica. Anche se questo significa venir meno all’impegno preso con la firma dell’accordo sul clima di Parigi. Lo ha affermato chiaramente il premier Scott Morrison in un’intervista a ABC, aggiungendo una toppa peggiore del buco: l’obiettivo sarà raggiunto “sicuramente durante la seconda metà del secolo”, senza fissare alcuna data. Anzi, mostrando di non avere alcuna intenzione di mettere nero su bianco una revisione chiara delle politiche ambientali del paese.

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Una dichiarazione che nasconde una coerenza innegabile. Da più parti considerato un negazionista climatico e molto sensibile agli interessi dell’industria del carbone, Morrison è noto alle cronache per aver agitato in parlamento un pezzo di carbone mentre assicurava ai colleghi che non avrebbe fatto loro del male. Era il 2017, un anno prima di diventare premier. Tra giugno 2019 e marzo di quest’anno l’Australia è stata squassata dall’ondata di incendi più devastante nella storia del paese. Ma Morrison non ha cambiato idea, rassicurando la sua base di supporto in parlamento che non avrebbe adottato obiettivi climatici più stringenti.

Con l’adesione all’accordo sul clima di Parigi, in quanto paese industrializzato l’Australia si è di fatto impegnata a guidare lo sforzo globale per contenere l’aumento della temperatura ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli pre-industriali. Nello specifico, però, il governo ha fissato soltanto gli obiettivi al 2030 per il taglio delle emissioni, indicando una forchetta tra il 26 e il 28% rispetto ai livelli del 2005. Non è mai stata indicata ufficialmente una data per il raggiungimento della neutralità climatica.

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Morrison si è trincerato anche questa volta dietro la retorica dell’uomo del fare, che non si fa avviluppare da ‘perdite di tempo’ come numeri, date e obiettivi quantificabili. Tutto ciò nonostante il paese sia favorevole a diventare a emissioni net-zero entro la metà del secolo. Le industrie, gli agricoltori, i sindacati e ovviamente il mondo ambientalista hanno dato l’ok. Così come si sono già detti d’accordo tutti gli Stati e i territori che compongono l’Australia.