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Negazionisti climatici addio: il consenso della scienza sul clima è al 99,9%

Il 99,9% degli articoli scientifici pubblicati dal 2012 a oggi ritiene che le cause antropiche abbiano un ruolo nella crisi climatica. Solo 4 studi su 3000 lo mettono in dubbio. Il consenso scientifico sul clima non è mai stato così forte

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Foto di jwvein da Pixabay

Uno studio della Cornell University sui negazionisti climatici tra gli scienziati

(Rinnovabili.it) – La messa al bando del Ddt che provoca milioni di morti in Africa, la Terra che si sta raffreddando, il surriscaldamento globale come un fenomeno solo naturale. Sono alcune delle bufale climatiche più famose, in circolo da decenni. Oggi la disinformazione mette sempre più nel mirino il cambiamento climatico e affina le sue tecniche, magari sfruttando l’onda emotiva che si trascinano dietro eventi estremi come alluvioni e ondate di calore. La scienza del clima, invece, non è mai stata così d’accordo sul ruolo dell’uomo nel climate change. I negazionisti climatici, tra chi si occupa di questi temi per lavoro e ha un pedigree scientifico rispettabile, sono una minoranza sparuta.

Quanto, sparuta? Secondo un nuovo studio, il consenso sulle cause antropiche dietro il cambiamento climatico è al centro del 99,9% della letteratura scientifica. A mettere in dubbio che il riscaldamento globale sia accelerato proprio dall’uomo resta soltanto lo 0,1% degli articoli scientifici. Un risultato straordinario, se si riflette come funziona la scienza: con la messa in questione costante, senza rispetto per “l’autorità”, basandosi solo su dati certi e passandoli sempre al vaglio. Un consenso scientifico del genere non sarebbe possibile senza una mole di dati verificati e incontrovertibili.

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Lo studio arriva a queste conclusioni dopo aver analizzato una quantità sterminata di letteratura scientifica sul tema: più di 88mila articoli scientifici pubblicati tra il 2012 e novembre 2020. Si tratta dell’aggiornamento di un lavoro analogo condotto nel 2013, dove si analizzava il corpus scientifico prodotto tra 1991 e 2012. I negazionisti climatici sono “evaporati”: erano il 3% appena 8 anni fa.

“Siamo praticamente certi che il consenso sia ben superiore al 99% ora”, e questo significa che è praticamente “un caso chiuso” “qualsiasi conversazione pubblica significativa sulla realtà del cambiamento climatico causato dall’uomo”, spiega Mark Lynas della Cornell University e prima firma della ricerca.

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Tra la posizione della scienza del clima e l’opinione pubblica resta un abisso enorme. Alcuni sondaggi recenti mostrano come i negazionisti climatici siano una quota certo non piccola in molti paesi, tra cui gli Stati Uniti. Tutto questo mentre quest’anno il nuovo rapporto dell’IPCC ha finalmente affermato che “l’influenza umana ha inequivocabilmente riscaldato atmosfera, oceani e terra”: è impossibile che la crisi climatica in corso non abbia nulla a che vedere con la mano dell’uomo.

(lm)