Tra il 30 maggio e il 4 settembre, l’Europa ha vissuto una stagione simile a quella dell’estate 2003 per quanto riguarda i decessi legati alle ondate di calore. La conta dei morti sale oltre quota 61mila. L’Europa mediterranea è l’area più vulnerabile. Il caldo uccide più le donne che gli uomini: effetto delle diseguaglianze?
Nell’estate del 2022, 1 decesso per caldo su 3 in Europa è avvenuto nel Belpaese
(Rinnovabili.it) – L’estate del 2022 è stata la più calda mai registrata in Europa. Tra giugno e agosto la colonnina di mercurio è salita 1,4°C sopra la media degli ultimi 30 anni (1991-2020), a causa del riscaldamento globale di origine antropica. E ha infranto il record precedente, che risaliva appena al 2021, di ben 4 decimi di grado. L’impatto più visibile è quello che possiamo misurare giorno per giorno con il termometro, ma non è l’unico. La scorsa estate infatti è stata quasi da record anche per i morti per il caldo: più di 61.000 decessi in tutto il continente. E l’Italia è il paese più colpito.
Lo ha calcolato un team di ricercatori dell’Instituto de Salud Global di Barcelona (ISGlobal) in un articolo pubblicato ieri sulla rivista Nature Medicine basandosi sui dati sulla mortalità forniti da Eurostat e relativi a 35 paesi europei.
L’Italia è il paese più colpito
Tra il 30 maggio e il 4 settembre 2022, in Europa i morti per il caldo sono stati almeno 61.672. I calcoli dei ricercatori spagnoli hanno un margine di incertezza che potrebbe sia abbassare il totale a 37.643, sia alzarlo a 86.807. In quest’ultimo caso, l’estate 2022 sarebbe davvero da record, superando il primato di decessi per le ondate di calore del famigerato 2003, quando i morti furono circa 70.000 secondo le stime più accreditate (altre stime abbassando il conto a circa 30.000 morti). Tuttavia, bisogna maneggiare questi numeri con qualche cautela, perché lo studio pubblicato su Nature Medicine e quelli relativi al 2003 usano delle metodologie diverse che possono portare a un conteggio anche molto diverso.
In ogni caso, nel 2022 il paese più colpito è l’Italia. Il Belpaese paga il conto più pesante con ben 18.010 morti per il caldo (forchetta: 13.793–22.225) in 3 mesi, davanti alla Spagna con 11.324 (7.908–14.880) e Germania con 8.173 (5.374–11.018). Ci guadagniamo il primo posto anche nella classifica del tasso di morti per milione di abitanti. L’Italia guida con 295 morti (226–364), davanti a Grecia (280, 201–355), Spagna (237, 166–312) e Portogallo (211, 162–255).
Come avvengono le morti per il caldo?
Sono numeri a cui non siamo abituati. Sia perché il clima sta cambiando e stagioni come quella del 2022 tenderanno a diventare la norma, ma non lo sono ancora. Sia perché spesso non è immediato identificare i decessi come morti per il caldo. Come avvengono questi decessi? Solo una piccola frazione di tutte le morti per il caldo avviene per collasso cardiaco. Nella maggior parte dei decessi, le alte temperature rendono più difficile per il corpo affrontare problemi di salute preesistenti. In questi casi, il caldo resta una causa determinante nel decesso, anche se non è quella principale.
Donne e sud Europa a rischio maggiore
Lo studio mette in risalto altri dati interessanti. Il primo riguarda la demografia delle morti per il caldo: le ondate di calore tendono a colpire di più le donne che gli uomini. Ci sarebbe un aumento del 63% in più tra le donne. In tutto, a scala continentale, alle donne sono attribuite 35.406 morti premature, pari a 145 decessi per milione, rispetto ai 21.667 decessi stimati negli uomini (93 per milione). La mortalità più alta nel complesso, e per le morti di donne nello specifico, è nella regione del Mediterraneo.
“Essendo un importante hotspot per i cambiamenti climatici, queste popolazioni saranno sempre più esposte a condizioni estive estreme e si prevede che in futuro la mortalità legata al caldo sarà sempre più elevata”, conclude lo studio riferendosi all’Europa mediterranea. “L’esposizione al caldo estremo, soprattutto durante le estati come quella del 2022, può esacerbare in modo differenziato i rischi preesistenti o cronici tra le donne e gli uomini in ogni gruppo di età. Ciò solleva la questione se le differenze di sesso osservate nei rischi e nei numeri di mortalità legati al caldo siano dovute a differenze o diseguaglianze e cosa significhi per le politiche”.