Le morti per caldo estremo in Europa aumenteranno del 50% rispetto a oggi entro la fine del secolo. Circa 2,3 milioni di decessi in più. Anche tenendo conto del calo della mortalità per episodi di freddo estremo. È un futuro possibile, che possiamo però evitare in gran parte. Ma non del tutto: anche nello scenario emissivo più roseo, riusciremmo a ridurre l’incremento del numero di decessi solo del 70%. L’Italia è tra i paesi che subirà di più l’impatto dei cambiamenti climatici sulla mortalità per calore eccessivo, con 4 città nella top 10 europea.
Sono i numeri calcolati da un gruppo di ricerca della London School of Hygiene & Tropical Medicine e pubblicati in uno studio sulla rivista Nature Medicine. C’è “urgente” necessità di perseguire “con decisione” misure sia di mitigazione dei cambiamenti climatici sia di adattamento all’aumento del caldo estremo, rimarca Pierre Masselot, primo autore dello studio.
“Ciò è particolarmente critico nell’area del Mediterraneo dove, se non si fa nulla, le conseguenze potrebbero essere disastrose. Ma, seguendo un percorso più sostenibile, potremmo evitare milioni di morti prima della fine del secolo”, aggiunge.
Morti per caldo estremo e clima: l’impatto in Europa
Lo studio utilizza dei modelli previsionali per stimare l’incremento di morti per caldo estremo in 854 città europee. Il calcolo riguarda l’aumento netto, contando cioè anche la riduzione di mortalità dovuta a meno episodi di freddo estremo.
Tre gli scenari di riferimento utilizzati, a basse, medie e alte emissioni. In tutti la mortalità da caldo aumenta e compensa ampiamente il calo di quella da freddo, ma con valori e andamenti diversi da caso a caso. Nel dettaglio:
- nello scenario a basse emissioni (SSP1-2.6): l’aumento medio dei decessi raggiunge un picco di 7,6 morti in più ogni 100mila persone nel 2060, per poi declinare leggermente fino al 2100;
- nello scenario a medie emissioni (SSP2-4.5): i decessi crescono di 8-10 unità ogni 100mila persone tra il 2070 e il 2100;
- nello scenario ad alte emissioni (SSP3-7.0): l’aumento è di 45,4 morti ogni 100mila persone, un incremento del 49,9% rispetto ai livelli storici di morti per caldo estremo di 91 decessi/100mila persone/anno. È l’unico scenario in cui i decessi aumentano in tutte le classi di età, quindi anche tra i giovani, normalmente considerati meno a rischio.
A livello di regioni europee, solo nel Nord del continente si vede un beneficio netto dei cambiamenti climatici. Londra e alcune città scandinave hanno un bilancio della mortalità in negativo, perché i morti per freddo estremo scenderanno leggermente più di quanto aumentano i morti per caldo estremo. Ma sono casi isolati: il resto d’Europa ha un bilancio di segno opposto. E anche nello scenario emissivo migliore, compatibile con un riscaldamento globale di 1,5°C al massimo, lo studio prevede almeno 616mila morti “nette” in più entro il 2100 in tutta Europa.
L’Italia tra i paesi più colpiti: Roma e Milano fanalini di coda
Insieme agli altri paesi mediterranei, l’Italia è tra quelli più colpiti. Il dato emerge chiaramente dalla classifica delle 10 città con i maggiori aumenti di decessi per caldo eccessivo nello scenario peggiore, dove le italiane sono ben 4: Roma, Napoli, Milano, Genova.
Posizione | Città | Paese | Morti Proiettate entro il 2099 |
1 | Barcellona | Spagna | 246.082 |
2 | Roma | Italia | 147.738 |
3 | Napoli | Italia | 147.248 |
4 | Madrid | Spagna | 129.716 |
5 | Milano | Italia | 110.131 |
6 | Atene | Grecia | 87.523 |
7 | Valencia | Spagna | 67.519 |
8 | Marsiglia | Francia | 51.306 |
9 | Bucarest | Romania | 47.468 |
10 | Genova | Italia | 36.338 |
Ma l’esposizione dell’Italia al rischio di aumento della mortalità per caldo estremo emerge anche a livello di paese, nel confronto con gli altri Stati.
Vediamo i dati per il caso peggiore. L’Italia ha un aumento dei decessi superiore alla media dei paesi dell’Europa meridionale del 16% nella prima metà del secolo e dell’11% circa tra 2050 e 2100. In valori assoluti, gli incrementi ogni 100mila abitanti per anno sono di 54,7 (contro i 45,9 del Sud Europa) tra 2015 e 2050 e di 138,6 (contro 124) nella seconda metà del secolo. Rispetto all’aumento della mortalità a livello europeo, l’Italia registra valori 4,6 volte più alti entro il 2050 e 3 volte più alti entro il 2100.