Rinnovabili • Modifica della radiazione solare: l’UE deve dire no alla geoingegneria Rinnovabili • Modifica della radiazione solare: l’UE deve dire no alla geoingegneria

L’UE deve dire no alla geoingegneria (ma sì alla ricerca)

Pubblicato il parere dei consulenti scientifici della Commissione UE sulle tecnologie di modifica della radiazione solare, tra le principali fra le soluzioni di geoingegneria climatica

Modifica della radiazione solare: l’UE deve dire no alla geoingegneria
via depositphotos.com

Mettere al bando tutte le soluzioni di geoingegneria per la modifica della radiazione solare (Solar Radiation Management, SRM). Ma lasciare più di uno spiraglio aperto per la ricerca in questo ambito. È il parere rilasciato dallo Scientific Advice Mechanism, il servizio di consulenza scientifica della Commissione Europea.

Modifica della radiazione solare: cos’è l’SRM

Per modifica della radiazione solare (SRM) si intendono interventi climatici su larga scala che mirano a ridurre il riscaldamento globale aumentando la riflessione della radiazione solare nello spazio.

Le tecnologie SRM principali allo studio includono:

  • Iniezione di aerosol stratosferici (SAI): simula l’effetto di grandi eruzioni vulcaniche iniettando nella stratosfera delle particelle che aumentano la quantità di radiazione solare riflessa nello spazio.
  • Schiarimento delle nubi marine (MCB): aumenta la riflettività delle nubi basse per ottenere lo stesso scopo.
  • Assottigliamento delle nubi cirriformi (CCT): riduce il calore trattenuto da nubi alte, lavorando quindi non sulla creazione di un nuovo “schermo” ma sulla riduzione dell’efficacia di uno già esistente.
  • Specchi spaziali: mettere in orbita dispositivi nello spazio per deviare i raggi solari.

SRM troppo pericoloso

Tecnologie ancora non testate e sulla cui reale efficacia ci sono ancora pochissimi riscontri. È questo l’aspetto che i consulenti scientifici della Commissione sottolineano. L’incertezza scientifica che circonda la modifica della radiazione solare è elevata: gli effetti sul clima terrestre sono poco prevedibili, con rischi significativi per ecosistemi e biodiversità.

C’è poi il capitolo legato agli effetti collaterali. Il sistema climatico del Pianeta è un sistema complesso di cui non abbiamo una conoscenza abbastanza approfondita. Una modifica locale potrebbe avere ripercussioni inaspettate e imprevedibili altrove.

Inoltre, il parere scientifico sottolinea il “termination shock”, che potremmo tradurre con “shock da interruzione”. La maggior parte delle SRM richiede interventi costanti, ad esempio l’iniezione costante di aerosol in stratosfera. Se si effettuasse un test di SRM, è possibile che terminare improvvisamente le modifiche apportate a nuvole o altri elementi del sistema climatico inneschi degli effetti incontrollabili.

Ultimi aspetti problematici citati dal parere scientifico: le tecnologie di SRM non affrontano le cause del cambiamento climatico e rischiano di rallentare gli sforzi di mitigazione delle emissioni di gas serra.

Come procedere, vista la moltiplicazione degli “appetiti” per la geoingegneria a livello globale? Gli scienziati della Commissione UE suggeriscono:

  • Ridurre le emissioni di gas serra come priorità assoluta: l’SRM non dovrebbe distrarre dalle misure fondamentali di mitigazione e adattamento.
  • Moratoria a livello UE sull’uso dell’SRM: almeno finché non vi siano prove scientifiche robuste della sua efficacia e sicurezza.
  • Governance globale: creare un accordo internazionale inclusivo che regoli la ricerca e vieti l’uso non autorizzato di SRM.
  • Ricerca responsabile: sviluppare linee guida etiche e garantire che la ricerca SRM non sottragga risorse alla mitigazione.
  • Revisione periodica delle prove scientifiche: valutare rischi e opportunità ogni 5-10 anni.

About Author / La Redazione