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I modelli climatici parlano chiaro: la siccità sarà sempre più intensa

Una nuova ricerca dell’ARC, parte dell’Australian National University, ha mostrato come in tutto il mondo le variazioni nelle precipitazioni, dovute ai cambiamenti climatici, porteranno a siccità sempre più intense

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Un team di scienziati fa chiarezza in merito alle alterazioni nella siccità per alcune regioni del mondo

(Rinnovabili.it) – Le nuove proiezioni climatiche analizzate dai ricercatori dell’ARC Center of Excellence for Climate Extremes, a Sydney, mostrano come nel continente australiano la siccità sia destinata ad aumentare drasticamente. La causa? Gli effetti di un clima in veloce mutamento, che sta progressivamente riducendo le precipitazioni annuali. Ma il problema non riguarderà solo l’Australia. Dall’Amazzonia, all’Africa meridionale, passando per il Mediterraneo, la siccità è già una preoccupazione condivisa, il cui impatto è sempre più pressante. 

Prevedere i cambiamenti nei modelli della siccità entro il 2100 “è una delle maggiori sfide per la scienza del clima”, spiega Anna Ukkola, ricercatrice presso il centro australiano e co-autrice della nuova analisi. “Grazie a quest’ultima generazione di modelli climatici e all’opportunità di combinare i diversi parametri sulla siccità […] possiamo ottenere una visione più chiara degli impatti futuri dei cambiamenti climatici”.

La ricerca, pubblicata su Geophysical Research Letters, ha infatti esaminato i trend nella siccità utilizzando i modelli climatici di ultima generazione sui quali si baserà anche il prossimo rapporto di valutazione dell’IPCC. Molte delle ricerche precedenti consideravano solo i cambiamenti nelle precipitazioni medie per determinare come la siccità si sarebbe modificata di pari passo con il riscaldamento globale, producendo di conseguenza scenari non affidabili. Combinando i dati sulla variabilità nelle precipitazioni e quelli sulle precipitazioni medie, lo studio è invece riuscito a fare chiarezza sulle alterazioni nella siccità per alcune regioni del mondo.

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In questo modo hanno scoperto che la durata della siccità è legata ai cambiamenti nella piovosità media, ma al contempo che l’intensità è strettamente correlata alla combinazione di piovosità media e variabilità nelle precipitazioni. È questo il motivo per cui regioni che stanno registrando un calo nelle precipitazioni medie – come il Mediterraneo, l’America centrale e meridionale e il Sud Africa –  subiranno siccità più durature e frequenti.

Al contempo alcune aree, come l’Europa centrale e le regioni in cui è presente la foresta boreale, diventeranno più umide e vedranno periodi di siccità più brevi, in ​​linea con l’aumento delle precipitazioni medie. In ogni caso anche queste regioni possono aspettarsi siccità più intense man mano che i trend nelle precipitazioni diventano sempre più variabili.

Ukkola ha spiegato come ormai non vi sia più alcun dubbio sul fatto che ”il grado di aumento della durata e dell’intensità della siccità sia direttamente collegato alla quantità di gas a effetto serra emessi nell’atmosfera”. Quindi, nonostante le incertezze, per il gruppo di ricerca è certo che “la diminuzione precoce dei serra i gas conta” e che “mentre queste intuizioni diventano più chiare ad ogni progresso scientifico, il messaggio rimane sempre lo stesso: prima agiamo per ridurre le nostre emissioni, meno problemi economici e sociali dovremo affrontare in futuro”.

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