Meno della metà (il 48,7%) degli oltre 125mila intervistati in 121 paesi considera che la minaccia del climate change sarà “molto grave” per il proprio paese nei prossimi 20 anni.
Un sondaggio Gallup monitora la percezione della minaccia del climate change in 121 paesi
(Rinnovabili.it) – Nel corso degli ultimi anni, gran parte dell’emisfero boreale è stato sferzato da ondate di calore eccezionali, molte regioni – tra cui l’Europa – hanno dovuto fare i conti con gravi siccità, e i disastri climatici hanno lasciato una scia di morti e danni a tutte le latitudini. Eppure, a livello globale è calata la percezione della minaccia del climate change. È quello che emerge dal nuovo sondaggio Gallup World Risk Poll 2021.
Meno della metà (il 48,7%) degli oltre 125mila intervistati in 121 paesi considera che la minaccia del climate change sarà “molto grave” per il proprio paese nei prossimi 20 anni. Un dato che è dell’1,5% più basso rispetto a quello del 2020. La crisi climatica, sembrerebbe, esiste. Ma non ora e non qui.
E, paradossalmente, sono proprio gli abitanti delle regioni più vulnerabili alla crisi climatica quelli che si dicono meno preoccupati. Prendono molto sul serio la minaccia del climate change appena il 27,4% di chi abita in Medioriente e Nordafrica e solo il 39,1% degli abitanti dell’Asia meridionale. In Cina, uno degli hotspot del clima che cambia, la percentuale è appena del 20%, tre punti in meno rispetto a 12 mesi fa.
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“Le persone che hanno subito catastrofi naturali sono più propense di quelle che non le hanno subite a considerare il cambiamento climatico come una minaccia ‘molto’ o ‘un po’ grave’ per il loro paese – rispettivamente il 74% contro il 65%”, sottolineano gli autori del sondaggio Gallup. “Coloro che hanno sperimentato siccità o incendi sono più propensi a dire che il cambiamento climatico è una minaccia molto grave”.
In un altro capitolo del sondaggio, che esplora la resilienza con un focus sui singoli paesi, emerge un dato interessante per quanto riguarda l’Italia (per cui non è però disponibile il dato disaggregato relativo alla percezione della minaccia del climate change). In caso di disastro, gli italiani sono decisamente più propensi della media globale ad affidarsi a protezione civile e altri operatori di emergenza per ricevere informazioni ritenute affidabili. Le percentuali sono rispettivamente del 27 e 23% contro una media globale del 10 e 13%. Le fonti locali di informazione, invece, non sono ritenute particolarmente affidabili: vi si affida solo il 17% degli italiani contro una media globale del 31%.
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