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Ecco Metaneia, il 1° Osservatorio italiano sulle emissioni di metano nel settore energetico 

Metaneia
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On line l’Osservatorio italiano sulle emissioni di metano

(Rinnovabili.it) – Non è più un mistero che le infrastrutture degli idrocarburi perdano metano. Emissioni invisibili a occhio nudo ma che, almeno in Europa, Clean Air Task Force ha reso ben distinguibili. Nel 2021, infatti, termocamera alla mano, l’associazione ha visitato oltre 200 siti in sette paesi dell’UE per rilevare le eventuali fughe di gas. Scoprendo così perdite in ben 123 siti distribuiti fra Austria, Repubblica Ceca, Germania, Ungheria, Italia, Polonia e Romania. Per puntare i riflettori sul problema, nasce oggi Metaneia (https://metaneia.it/), il primo Osservatorio italiano sulle emissioni di metano nel settore energetico. Il progetto porta la firma di Legambiente ed è stato lanciato stamane in occasione della partenza di “C’è puzza di Gas 2023”, la seconda edizione della campagna realizzata dal cigno verde proprio in collaborazione con Clean Air Task Force. 

Cosa è Mataneia e perchè è importante

L’obiettivo di Metaneia? Divenire un punto di riferimento in tema di emissioni fuggitive in Italia. Nonostante l’UE stia lavorando sul primo Regolamento di riduzione delle emissioni di metano nel settore energetico, in prospettiva la situazione appare più preoccupante che altro. Soprattutto se si considerano le politiche europee e italiane messe in campo come strumento di sicurezza energetica. Come sottolinea la stessa Legambiente il Governo sta incrementando gli investimenti infrastrutturali e gli accordi internazionali con l’obiettivo di rendere l’Italia hub del gas verso l’Europa. Dal raddoppio del gasdotto TAP alla Dorsale Adriatica SNAM passando per i dieci nuovi rigassificatori pianificati.

Una strategia che punta in una direzione precisa e che potrebbe aggravare seriamente il contesto climatico tra perdite inaspettate,  problemi strutturali o pratiche di venting e flaring non emergenziali. Basti pensare che alcune stime quantificano le perdite di metano nelle infrastrutture per l’importazione di gas verso l’Italia in un volume di 3,2 – 3,9 miliardi di metri cubi l’anno. Numeri molto vicini alla quantità di gas naturale che il Belpaese produce in patria. “È paradossale che un Paese come l’Italia che potrebbe affermarsi come hub delle rinnovabili per l’Europa, scelga la via totalmente in antitesi con gli obiettivi di decarbonizzazione, puntando a diventare hub del gas”, dichiara Katiuscia Eroe, Responsabile Energia di Legambiente. “E lo fa oltretutto senza conoscere quelli che sono gli sprechi”.

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Quattro richieste imprescindibili

In questo contesto il nuovo Osservatorio italiano sulle emissioni di metano metterà a disposizione tutte le informazioni sul tema, le attività normative e parlamentari, studi, ricerche, norme a livello nazionale ed europeo. Condividendo nel contempo buone pratiche ed eventuali altre informazioni utili. La presentazione della piattaforma è stata anche l’occasione per ribadire le richieste di intervento sul tema: 

  1. l’obbligo di introdurre standard sulle importazioni; 
  2. l’urgenza di introdurre misure che obblighino le imprese a misurare e comunicare i dati di emissioni di gas metano almeno una volta l’anno ad un soggetto competente e rendendoli pubblici;
  3. l’obbligo di identificare criteri, modalità e standard che regolamentino le attività di rilevamento e riparazione delle perdite (LDAR); 
  4. il divieto di adottare pratiche quali il “venting” ed il “flaring” tra le più inquinanti utilizzate in molti siti industriali. 
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