Secondo l’Oms, tra 2023 e 2024 è alta la probabilità che le maggiori temperature innescate dal Bambino diffondano di più e per più tempo alcune malattie virali trasmesse da punture di zanzara
Dall’autunno l’impatto di El Niño dovrebbe essere chiaramente percepibile in tutto il mondo
(Rinnovabili.it) – Il ritorno di El Niño porterà anche più epidemie oltre ai record di temperatura. Lo ha affermato ieri il segretario generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus. La probabilità è molto elevata, tanto che l’Oms si sta già preparando all’impatto della combinazione tra malattie virali e clima esacerbata dal Bambino, che si dovrebbe sviluppare a partire dall’autunno di quest’anno.
Dengue, Zika, chikungunya
Qual è lo scenario? Secondo l’organizzazione Onu, gli effetti del Niño potrebbero portare a una diffusione maggiore e più vasta di malattie di origine virale come la febbre dengue, la Zika e la chikungunya. Tutte e tre queste malattie vengono trasmesse con la puntura di zanzare infette, sia della specie Aedes Aegypti sia della specie Aedes albopictus (la zanzara tigre). Entrambe sono presenti in Italia, che dal 2016 si è dotata di un “Piano nazionale di sorveglianza e risposta alle arbovirosi trasmesse da zanzare (Aedes sp.) con particolare riferimento a virus Chikungunya, Dengue e virus Zika – 2016”.
“L’Oms si sta preparando per l’altissima probabilità che il 2023 e il 2024 siano caratterizzati da un evento El Niño, che potrebbe aumentare la trasmissione della dengue e di altri cosiddetti arbovirus, come Zika e chikungunya”, ha dichiarato Ghebreyesus.
Malattie virali e clima: quale relazione?
Il clima influisce sull’espansione delle epidemie di queste malattie virali agendo sul loro vettore principale, cioè le zanzare. L’aumento delle temperature e delle condizioni di umidità corrisponde a un allargamento dell’areale di queste specie, che tendono a spingersi sempre più verso nord. Inoltre, un clima più caldo accelera il tasso di riproduzione delle zanzare e prolunga le stagioni in cui questi insetti si possono riprodurre. Lo stesso Ghebreyesus ha avvertito che questo effetto è già visibile in America, dove negli ultimi decenni l’incidenza della febbre dengue è aumentata “drammaticamente”. Solo l’anno scorso, i casi sono stati 2,8 milioni e le morti 1280.
Secondo uno studio pubblicato nel 2021 su Lancet Planetary Health, nello scenario emissivo peggiore saranno 4,5 miliardi le persone in più, rispetto agli ultimi 30 anni del 20° secolo, esposte a malattie virali come la dengue. La malaria avrà 1 mese l’anno in più per diffondersi, la febbre dengue fino a 4 mesi.