Rinnovabili

Le soluzioni di rimozione della CO2 sono davvero convenienti e realizzabili?

Rimozione della CO2: capacità mondiale a 2,3 GtCO2 nel 2050
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La rimozione della CO2 con cattura diretta dall’aria scenderà a 163 $/t nel giro di 50 anni

Catturare CO2 con soluzioni tecnologiche o basate sulla natura è una via obbligata per rispettare l’accordo di Parigi. L’IPCC ritiene che un contributo, seppur minimo, dei carbon dioxide removal (CDR) sia necessario anche nello scenario emissivo più ottimistico, che non prevede nessuno sforamento della soglia di 1,5 gradi. Ma siamo in grado di sviluppare le tecniche CDR alla scala adeguata? Quali sono gli ostacoli alle soluzioni di rimozione della CO2?

A queste domande risponde uno studio dell’Institute for Policy Integrity dell’università di New York. Gli autori hanno realizzato il più vasto sondaggio mai condotto finora, intervistando quasi 700 esperti da tutto il mondo per delineare quale sia il consenso scientifico rispetto alle soluzioni di rimozione della CO2.

Rimozione della CO2: molti ostacoli, ma superabili

In estrema sintesi, la comunità scientifica ritiene che esistano ancora molti scogli sulla strada dello sviluppo delle tecniche CDR. Ma anche che siano tutti, o quasi, superabili. Tanto da attendersi che la capacità globale di rimozione, già nel 2050, raggiunga svariati miliardi di tonnellate l’anno. Ovvero l’ordine di grandezza richiesto dai principali scenari emissivi delineati dall’IPCC.

I problemi principali sono i costi di mercato e la domanda insufficiente, dovuta anche alla “timidezza” delle politiche governative. Nonostante queste barriere, gli esperti sondati nel sondaggio prevedono che la capacità globale di rimozione di CO2 raggiunga 2,3 miliardi di tonnellate di CO2 (GtCO2) nel 2050, 5 GtCO2 nel 2075 e 10 GtCO2 nel 2100.

Quali soluzioni si svilupperanno di più? La comunità scientifica scommette sulla cattura e lo stoccaggio del carbonio da bioenergia (BECCS), con oltre il 20% del totale, seguita da rimozioni tramite gli assorbimenti garantiti dalle foreste.

Un discorso a parte meritano le tecnologie per la cattura diretta dall’aria di CO2 (Direct Air Capture, DAC). In quest’ambito lo scoglio principale è il costo, ma secondo gli scienziati scenderà più di quanto oggi prevedono gli analisti di mercato. Il costo medio, al 2075, potrebbe arrivare a 163 dollari a tonnellata di CO2. Comunque sempre più di 3 volte superiore a quello degli interventi di ri- e afforestazione. Dalla DAC deriverebbe il 15-20% della capacità CDR mondiale tra 50 anni.

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