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Oceano artico, la fusione dei ghiacci sta cambiando la corrente

Lo studio condotto dai ricercatori NASA mette in evidenza il precario equilibrio dell’intero ecosistema artico. La scomparsa dei ghiacci e l’accumulo di acqua dolce ha modificato il comportamento della corrente circolare Beaufort Gyre

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By Vinay DeepDSC_0259, CC BY 2.0, Link

La corrente circolare Beaufort Gyre ha per decenni regolato l’ecosistema dell’Oceano Artico

(Rinnovabili.it) – Il sempre più rapido processo di fusione del ghiaccio marino sta progressivamente modificando la corrente oceanica nell’Artico, resa più veloce e più turbolenta dall’enorme quantità di acqua fredda che si mischia a quella calda. 

Ad evidenziarlo è un nuovo studio condotto dalla NASA e pubblicato su Nature Communications. Incrociando 12 anni di dati satellitari, gli scienziati hanno misurato il modo in cui la corrente circolare Beaufort Gyre abbia finora bilanciato – anche se in modo precario – l’enorme afflusso di acqua fredda originatasi dallo scioglimento dei ghiacci. Un equilibrio destinato, secondo i ricercatori, a perdersi nei prossimi mesi. 

Semplificando: il vento muove la corrente in senso orario attorno all’Oceano Artico occidentale, a nord del Canada e dell’Alaska. Qui la corrente raccoglie naturalmente l’acqua fredda originatasi dalla fusione glaciale, dai deflussi idrici e dalle precipitazioni. Questa acqua dolce è fondamentale per l’intero ecosistema Artico perché, galleggiando sopra l’acqua più calda e salata, impedisce al ghiaccio di sciogliersi ulteriormente, regolando il clima terrestre.

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Il Gyre, spiegano i ricercatori, ha per decenni rilasciato questa acqua dolce e fredda nell’Oceano Atlantico in modo costante e graduale. Dagli anni ’90, tuttavia, il Gyre ha accumulato un’enorme quantità di acqua dolce (circa 8.000 chilometri cubi) originatasi dalla perdita di ghiaccio marino. Parallelamente, a causa della crescente fusione del ghiaccio, il Gyre è stato maggiormente esposto ai venti, che ne hanno accresciuto il moto circolare e, con esso, il quantitativo di acqua fredda intrappolato dalla corrente.

Proveniente da ovest, questo vento “decennale” , spiegano i ricercatori, è insolito per la regione, dove in precedenza i venti cambiavano direzione ogni 5-7 anni.
Se la direzione del vento dovesse cambiare, essa invertirà la corrente, imponendole una rotazione in senso antiorario ed “obbligando” perciò il Gyre a rilasciare l’acqua finora accumulata tutta in una volta.

 

Se Beaufort Gyre rilasciasse l’acqua in eccesso nell’Oceano Atlantico, potrebbe potenzialmente rallentare la sua circolazione. Ciòha affermato Tom Armitage, autore principale di lo studio e scienziato polare presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA – avrebbe enormi implicazioni a livello climatico, specialmente nell’Europa occidentale”. 

L’acqua dolce rilasciata dall’Oceano Artico al Nord Atlantico può infatti modificare la densità delle acque superficiali: normalmente, l’acqua dall’Artico perde calore e umidità nell’atmosfera spostandosi sul fondo dell’oceano e spingendo l’acqua dell’Atlantico settentrionale verso i tropici. 

Non ci aspettiamo un arresto della Corrente del Golfo, ma prevediamo impatti. Ecco perché stiamo monitorando così da vicino il Beaufort Gyre“, ha dichiarato Alek Petty, co-autore dello studio e scienziato polare presso il Goddard della NASA Space Flight Center. 

Lo studio ha dimostrato che tale sbilanciamento è anche responsabile della formazione di piccoli vortici circolari. Quest’ultimi sono potenzialmente in grado di alimentare ulteriormente il processo di scioglimento del ghiaccio e, parallelamente, di modificare il  modo in cui i nutrienti si mescolano negli oceani, con enormi impatti sulla catena alimentare e, quindi, sull’intera fauna artica. 

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