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Bilancio UE: sugli investimenti “verdi” c’è uno scontro tra parole e fatti

Gli analisti di Cliamate&Company e di Agorà hanno sottolineato che la mancanza di misure esecutive da parte della Commissione UE sul piano di ripresa "verde" rischia di creare un enorme rischio politico.

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Credits: eko pramono da Pixabay

Due centri di consulenza e analisi mettono il luce l’assenza di garanzie sugli investimenti “verdi” UE

(Rinnovabili.it) – Secondo un’analisi della società di consulenza Climate&Company e del think tank Agora Energiewende, la proposta di bilancio settennale della Commissione Europea, unitamente al fondo di recupero, rischia di lasciare un enorme deficit negli investimenti “verdi” necessari per raggiungere gli obiettivi climatici dell’Europa.

Con la pandemia di coronavirus che ha fatto precipitare l’UE in una profonda recessione, i leader dei 27 Stati membri si incontreranno questa settimana a Bruxelles per trovare un accordo sul bilancio a lungo termine dell’eurozona e sul fondo di stimolo economico.

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Per il periodo 2021-2027, l’esecutivo europeo ha proposto un pacchetto da 1,85 miliardi di miliardi di euro per promuovere una ripresa delle economie europee colpite dalla pandemia. Il fondo di investimenti “verdi” riguarda aiuti per industrie e tecnologie volte alla riduzione delle emissioni di gas serra.

Tuttavia, solo 80 miliardi di euro sono specificamente stanziati per la protezione del clima. Secondo Climate&Company e Agora Energiewende, si tratta di una cifra irrisoria, che impallidisce di fronte alla stima di 2,4 miliardi di miliardi di euro che sarebbero necessari per investimenti verdi in grado di dare lo slancio per gli obiettivi climatici UE.

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“Esiste una reale discrepanza tra la narrativa che stiamo vedendo al più alto livello politico e i dettagli delle proposte”, ha affermato Matthias Buck, responsabile della politica energetica europea di Agora Energiewende. Secondo le due società di consulenza e analisi, le priorità di investimento dovrebbero riguardare la rapida espansione della capacità di generazione di energia rinnovabile, la produzione pulita di idrogeno, i lavori di ristrutturazione degli edifici a risparmio energetico e le infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici.

La Commissione sostiene che il 25% del bilancio dell’UE dovrebbe sostenere l’azione per il clima. Ma i ricercatori hanno sottolineato che la mancanza di misure esecutive ha creato un “enorme rischio politico”: che questo denaro possa essere speso per investimenti inquinanti. Anche se tutti i fondi dell’UE offrissero il massimo contributo climatico possibile, entro il 2027 questo ammonterebbe solo a 675 miliardi di euro.

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Durante l’incontro di questa settimana, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel presenterà una nuova proposta di bilancio che vedere destinare il 30% delle spese per il clima. Buck ha affermato che la proposta di Michel è “un progresso”, ma manca ancora di garanzie.