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Il caldo estremo fa crollare la fertilità degli insetti impollinatori

Insetti impollinatori: gli effetti del caldo estremo sulla fertilità
Foto di Pexels da Pixabay

Gli insetti impollinatori sono minacciati dal climate change

(Rinnovabili.it) – Il caldo estremo danneggia la fertilità di api e insetti impollinatori anche a temperature relativamente “basse”. Basta l’esposizione continua per un paio di ore a una temperatura di 42°C e i fuchi, ovvero gli esemplari maschi delle api, perdono circa 1/3 delle loro cellule spermatiche. Diminuendo così la probabilità di riproduzione e contribuendo al declino delle colonie.

Una sorte simile tocca alle cellule spermatiche emesse. Dopo l’accoppiamento, infatti, l’ape regina le può conservare da 1 a 3 anni in organi appositi. In questo caso, una temperatura di 38°C per almeno due ore non provoca problemi diretti all’ape regina, ma riduce notevolmente la qualità dello sperma che conserva.

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Sono i risultati più preoccupanti messi in luce da alcuni ricercatori americani e canadesi, che sottolineano come la prosperità delle colonie di api e di altri insetti impollinatori non dipenda solo dal declino di popolazione dovuto a morti legate al caldo eccessivo, ma anche dalla ridotta fertilità causata dall’impatto del riscaldamento globale.

Se esposti per più di 6 ore a una temperatura di almeno 42 gradi, circa il 50% dei fuchi muore. Altri studi hanno trovato risultati più allarmanti, con una percentuale di decessi tra gli esemplari maschi di ape del 77% entro sole 4 ore.

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Grazie alle loro abitudini riproduttive, però, le api potrebbero essere i più fortunati tra gli insetti impollinatori (e non solo). “Nonostante le perdite rilevate dagli apicoltori, le api da miele, come specie, quasi certamente persisteranno con i cambiamenti climatici. Ma non tutti gli insetti saranno così fortunati. Le regine dei bombi, delle vespe e di molte formiche, che vengono anche prodotte annualmente durante l’estate, si accoppiano generalmente con uno o pochi maschi, con limitate opportunità di flusso genico, e potrebbero essere meno capaci di adattarsi”, spiegano i ricercatori.

Gli insetti impollinatori sono fondamentali per la riproduzione del 30% delle specie di piante note, che in loro assenza non sono in grado di autofecondarsi. E quindi ricoprono un ruolo cruciale in molti ecosistemi.

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