Temperature troppo elevate sono una causa di morte nota per le api e gli impollinatori in generale. Ma il caldo estremo danneggia anche le cellule spermatiche, incidendo negativamente sulla fertilità dei maschi e, in prospettiva, sulla prosperità delle colonie
Gli insetti impollinatori sono minacciati dal climate change
(Rinnovabili.it) – Il caldo estremo danneggia la fertilità di api e insetti impollinatori anche a temperature relativamente “basse”. Basta l’esposizione continua per un paio di ore a una temperatura di 42°C e i fuchi, ovvero gli esemplari maschi delle api, perdono circa 1/3 delle loro cellule spermatiche. Diminuendo così la probabilità di riproduzione e contribuendo al declino delle colonie.
Una sorte simile tocca alle cellule spermatiche emesse. Dopo l’accoppiamento, infatti, l’ape regina le può conservare da 1 a 3 anni in organi appositi. In questo caso, una temperatura di 38°C per almeno due ore non provoca problemi diretti all’ape regina, ma riduce notevolmente la qualità dello sperma che conserva.
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Sono i risultati più preoccupanti messi in luce da alcuni ricercatori americani e canadesi, che sottolineano come la prosperità delle colonie di api e di altri insetti impollinatori non dipenda solo dal declino di popolazione dovuto a morti legate al caldo eccessivo, ma anche dalla ridotta fertilità causata dall’impatto del riscaldamento globale.
Se esposti per più di 6 ore a una temperatura di almeno 42 gradi, circa il 50% dei fuchi muore. Altri studi hanno trovato risultati più allarmanti, con una percentuale di decessi tra gli esemplari maschi di ape del 77% entro sole 4 ore.
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Grazie alle loro abitudini riproduttive, però, le api potrebbero essere i più fortunati tra gli insetti impollinatori (e non solo). “Nonostante le perdite rilevate dagli apicoltori, le api da miele, come specie, quasi certamente persisteranno con i cambiamenti climatici. Ma non tutti gli insetti saranno così fortunati. Le regine dei bombi, delle vespe e di molte formiche, che vengono anche prodotte annualmente durante l’estate, si accoppiano generalmente con uno o pochi maschi, con limitate opportunità di flusso genico, e potrebbero essere meno capaci di adattarsi”, spiegano i ricercatori.
Gli insetti impollinatori sono fondamentali per la riproduzione del 30% delle specie di piante note, che in loro assenza non sono in grado di autofecondarsi. E quindi ricoprono un ruolo cruciale in molti ecosistemi.