Le inondazioni in Pakistan hanno distrutto 240 ponti e 5.000 km di strade
(Rinnovabili.it) – “Non ho mai visto prima un massacro climatico di queste dimensioni”. Antonio Guterres torna da una visita lampo nel Pakistan devastato dalle inondazioni dove il numero 1 delle Nazioni Unite è andato per vedere con i suoi occhi la situazione. E alza la conta dei danni: serviranno almeno 30 miliardi di dollari per ripristinare il paese, a partire dalle infrastrutture critiche. Il governo di Islamabad nelle settimane scorse aveva fissato l’asticella a 10 miliardi.
La conta dei danni delle inondazioni in Pakistan
Le inondazioni in Pakistan scatenate da una stagione dei monsoni più potente del solito e dallo scioglimento massiccio dei ghiacciai – entrambi fattori che dipendono direttamente dalla crisi climatica – finora hanno provocato quasi 1.400 morti, messo sott’acqua 1/3 del paese, colpito direttamente 33 milioni di persone e lasciato senza casa 500mila pachistani.
Il paese dell’Asia meridionale è uno dei paesi più esposti del mondo all’impatto della crisi climatica. Secondo il Global Climate Risk Index è addirittura al 5° posto, in un indice che tiene conto del numero di fenomeni estremi e dei danni che producono. Quest’anno, dopo una primavera occupata da ondate di calore persistenti che hanno ridotto la produzione agricola di diversi punti percentuali, tra giugno e agosto è caduto il 190% di pioggia in più rispetto alla media degli ultimi 30 anni. 390,7 millimetri in media, con alcune regioni particolarmente colpite. Come Sindh, dove l’anomalia di precipitazioni ha superato il 450%. Il risultato sono le peggiori inondazioni in Pakistan mai viste, nonostante il paese sia soggetto a fenomeni di questo tipo.
Metà dei distretti del paese è stato interessato dalle inondazioni. La furia delle acque – visibile da satellite: gran parte del Pakistan in questi giorni appare azzurro dallo spazio – ha distrutto o danneggiato almeno 1,4 milioni di abitazioni, 5.000 km di strade e 240 ponti. Rendendo più difficili le evacuazioni.
“Suicidio collettivo”
“Stiamo andando incontro a un disastro”, ha avvertito Guterres, cercando di mostrare la crisi climatica nella sua reale dimensione. Che non è quella – ristretta, per quanto imponente – dei danni provocati in Pakistan. Bensì quella ben più ampia, globale.
“Abbiamo fatto una guerra alla natura e la natura sta reagendo e colpendo in modo devastante. Oggi in Pakistan, domani in uno qualsiasi dei vostri Paesi”, ha aggiunto il segretario generale dell’Onu. “Il Pakistan non ha contribuito in modo significativo al cambiamento climatico, il livello di emissioni in questo Paese è relativamente basso. Ma il Pakistan è uno dei Paesi più drammaticamente colpiti dal cambiamento climatico. Ancora oggi, le emissioni stanno aumentando mentre la gente muore per le inondazioni e le carestie. È una follia. È un suicidio collettivo“.