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Innalzamento del livello del mare: a rischio 80 aeroporti

Innalzamento del livello del mare
Credits: David Mark da Pixabay

Secondo uno studio di Resource Watch sull’innalzamento del livello del mare, gli aeroporti sono le infrastrutture più minacciate dal riscaldamento globale.

 

(Rinnovabili.it) – Se le minacce globali come siccità, incendi e perdita di biodiversità ricevono molta attenzione, un altro problema si sta insinuando e potrebbe avere conseguenze disastrose. Infatti, anche se riuscissimo a limitare l’aumento della temperatura, l’innalzamento del livello del mare sarà (ed è) un fenomeno inevitabile, comportando gravi minacce per l’economia, la salute pubblica e la sicurezza di molte nazioni. Ma non solo, ad essere minacciati saranno anche parecchi aeroporti, e almeno 44 di essi potrebbero scomparire del tutto entro il 2100.

 

Questo è il risultato di uno studio condotto da Resource Watch, che oltre a lanciare l’allarme sugli aeroporti delle piccole nazioni insulari (come le Isole Salomone, Figi e Kiribati), punta l’attenzione anche su grandi aeroporti come il LaGuardia, JFK e Newark (che hanno già subito gravi inondazioni durante l’uragano Sandy) e l’aeroporto cinese di Yancheng, che potrebbe essere inondato di mezzo metro. Gli aeroporti, però, sono una parte importante delle infrastrutture di un paese: incoraggiano le attività economiche, facilitano i viaggi e svolgono un ruolo chiave nella sicurezza nazionale. Ma, a quanto pare, sono soprattutto vulnerabili all’innalzamento del livello del mare, specialmente quando sono ubicati in zone costiere basse.

 

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Utilizzando i dati sull’innalzamento del livello del mare provenienti da Climate Central e le posizioni degli aeroporti di OpenFlights, il gruppo di ricerca di Resource Watch ha scoperto che 80 aeroporti sono gravemente minacciati. Il motivo è piuttosto semplice: molti di essi si trovano in aree basse e piane, che sono necessarie per le lunghe piste di decollo e atterraggio. Gli aeroplani hanno bisogno di spazio per guadagnare quota e di solito questo spazio si trova vicino a grandi specchi d’acqua, vale a dire aree particolarmente sensibili all’innalzamento del livello del mare e alle mareggiate.

 

Gli aeroporti sono a rischio in tutto il mondo, ma il maggior numero si trova in Nord America, Europa e Asia. Nello specifico, negli Stati Uniti 6 aeroporti potrebbe essere sott’acqua con solo mezzo metro di aumento del livello del mare. Questa cifra cresce fino a 12 se l’innalzamento dovesse raggiungere un metro di altezza. Tra quelli più in pericolo, l’aeroporto internazionale di Key West, Florida, che ha tra 50 e 60 voli commerciali giornalieri e ha registrato 870.000 passeggeri nel 2018.

 

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In Europa, 11 aeroporti sono a rischio con mezzo metro di innalzamento del livello del mare e ben 23 se l’innalzamento fosse di un metro. Tra questi, l’aeroporto di Amsterdam Schiphol, l’undicesimo aeroporto più trafficato del mondo. Tuttavia, gli olandesi hanno strategie di gestione dell’acqua particolarmente forti, misure che non si riflettono sui dati di Climate Central e che sono progettate per mitigare l’impatto delle alluvioni sulle infrastrutture, richiedendo un investimento significativo nelle tecnologie di gestione delle risorse idriche.

 

Ancora, 7 aeroporti asiatici sono a rischio con mezzo metro di innalzamento del livello del mare e 14 per un metro di innalzamento, tra cui l’aeroporto cinese di Yancheng e l’aeroporto internazionale di Ramsar in Iran. In particolare, l’aeroporto cinese, situato nella provincia di Jiangsu, è un hub per voli commerciali e internazionali e ha una media di 44 voli al giorno.

 

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Oltre alle inondazioni dovute all’innalzamento del livello del mare, però, i cambiamenti climatici rappresentano una minaccia anche per l’intensificarsi di condizioni meteorologiche estreme. Oltre a LaGuardia, John F. Kennedy e Newark, gli aeroporti di tutto il mondo sono minacciati da mareggiate e tempeste. Ad esempio, a settembre 2018 l’aeroporto internazionale di Kansai, in Giappone, è stato circondato dall’oceano all’indomani di un tifone, e catastrofi naturali come queste danno solo un assaggio di quella che potrebbe essere la nuova normalità.

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