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Aumento infezioni virus dengue, OMS: “Colpa del clima più caldo”

Infezioni virus dengue: OMS, a rischio metà popolazione mondiale
Di Original author: US Department of Agriculture; then denoised rescaled, enhanced with adaptive denoising filters and minimal resharpening, then unscaled to original resolution, for easier refitting at various resolutions. – Picture from the USDA website at https://www.ars.usda.gov/is/graphics/photos/aug00/k4705-9.htm, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=64685

Per l’agenzia ONU, il vettore della dengue si riproduce sia in condizioni di siccità sia con piogge abbondanti

(Rinnovabili.it) – L’aumento delle temperature globali, delle precipitazioni e periodi di siccità più lunghi hanno portato il numero di casi di infezioni da virus dengue ai massimi storici. Il rischio di contrarre la “febbre spaccaossa” tocca ormai metà della popolazione mondiale e la malattia è attestata in 129 paesi al mondo. L’allarme arriva dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

Allarme anche in Europa per infezioni da virus dengue

Secondo l’agenzia ONU, il numero di casi è in costante aumento. E riguarda anche quei continenti che, finora, sono rimasti ai margini della zona di diffusione dell’infezione da virus dengue. “Stimiamo che ogni anno vengano segnalati circa 100-400 milioni di casi. Si tratta sostanzialmente di una stima e la sola regione americana ha riportato circa 2,8 milioni di casi e 101.280 decessi”, spiega Raman Velayudhan, responsabile del Programma globale per il controllo delle malattie tropicali trascurate dell’OMS.

Non solo le Americhe. L’Asia, da sola, registra il 70% delle infezioni da virus dengue e in futuro il numero di casi è previsto in forte aumento. Ma questa tendenza è globale. “Nel 2000 avevamo circa mezzo milione di casi e oggi, nel 2022, ne abbiamo registrati più di 4,2 milioni, il che dimostra un aumento di otto volte spiega ancora Valeyudhan.

Anche l’Europa non è risparmiata. L’arrivo della febbre dengue non è una novità. I primi casi accertati di trasmissione dalla zanzara Aedes risalgono a circa 10 anni fa. E la malattia si è già diffusa in gran parte del continente. “Anche i Paesi europei sono in allerta, perché in Europa si è registrata una trasmissione di dengue o chikungunya da parte dell’Aedes a partire dal 2010”, continua Velayudhan. “Da allora abbiamo avuto altri focolai e si stima che la zanzara sia presente in circa 22 Paesi europei”.

L’anno scorso, in tutta Europa sono stati segnalati 71 casi di dengue acquisita localmente: l’equivalente di tutti i casi registrati tra 2010 e 2021. I paesi colpiti però sarebbero stati solo Francia e Spagna.

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