Dall'inizio dell'anno le fiamme hanno divorato 181.300 km2 di taiga, più di tutte le foreste bruciate nel 2012, l’anno peggiore finora, ma sui 12 mesi. Greenpeace: è la nuova normalità in questa crisi climatica
Tra taiga, praterie, canneti e tundra, gli incendi in Siberia a fine anno potrebbero incenerire un’area grande come l’Italia
(Rinnovabili.it) – Il 16 settembre La Russia ha segnato un record assoluto. Gli incendi in Siberia dall’inizio dell’anno hanno divorato 181.300 km2 di foresta. Un valore già più alto di quello senza precedenti toccato nel 2012, quando erano spariti 181.100 km2 ma nell’arco di 12 mesi. Numeri che si riferiscono soltanto alle aree boschive finite in cenere. Se, invece, si allarga lo sguardo a tutte le zone colpite dalle fiamme, includendo anche praterie, canneti e tundra, il conto totale potrebbe superare i 300.000 km2. Una superficie pari a quella del Belpaese.
I calcoli li ha fatti il ramo russo di Greenpeace, che dati alla mano parla di una nuova normalità per gli incendi in Siberia. “Negli ultimi anni, quando l’area degli incendi ha superato i 150mila km2, è diventata, con ogni probabilità, la nuova normalità nelle condizioni della nuova realtà climatica”, suggeriscono gli attivisti.
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Il dato per il 2021 peggiorerà ancora. Oltre agli incendi in Siberia, non del tutto estinti, restano in fiamme anche vaste regioni della Russia meridionale: Rostov, Volgograd, Astrakhan, Orenburg. Qui, spiega Greenpeace, il fuoco continuerà ad avanzare molto probabilmente anche a ottobre.
Una situazione, quella descritta dall’ong ecologista, che conferma le rilevazioni del sistema di monitoraggio satellitare europeo. Secondo i più recenti dati di Copernicus, Gli incendi di questa estate nell’emisfero boreale hanno sprigionato CO2 in quantità mai raggiunte prima. A luglio il dato si assesta su 1258 Mt di CO2, mentre agosto presenta un conto di 1384,6 Mt.
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Tra giugno e agosto, Copernicus ha rilevato con precisione anche la CO2 emessa dagli incendi in Siberia. Il dato per la taiga, ovvero le foreste boreali che occupano buona parte della regione siberiana, arriva a 970 Mt di anidride carbonica immessa in atmosfera. Si tratta di un valore che supera quello di tutti gli incendi forestali di tutto il resto del mondo messi insieme.