Solo il 2007, il 2005 e il 2003 hanno registrato più emissioni. Quest’anno fino al 3 settembre in Europa sono andati in fumo 750mila ettari, il triplo della media dei 15 anni precedenti
I dati del sistema Ue Copernicus su gas serra e particolato rilasciati dagli incendi in Europa tra giugno e agosto
(Rinnovabili.it) – Quella degli incendi in Europa è stata una stagione da record sotto molti aspetti. Anche per le emissioni prodotte. Tra il 1° giugno e il 31 agosto, i roghi hanno spedito in atmosfera 6,4 milioni di tonnellate fra CO2, polveri sottili e altri composti organici volatili. È il livello più alto registrato dal 2007, confermano i dati di Copernicus, il servizio europeo di monitoraggio satellitare. Anche il 2003 e il 2005 avevano avuto risultati superiori a quelli di quest’anno.
Dati che riflettono l’aumento sensibile degli incendi in Europa. “L’ondata di caldo di agosto che ha bruciato l’Europa occidentale, unita a condizioni di siccità prolungata, ha provocato un aumento dell’attività e dell’intensità degli incendi nella regione negli ultimi mesi”, nota Copernicus. Nei mesi estivi (dal 4 giugno al 3 settembre) sono andati in fumo 508.260 ettari, più del doppio rispetto a una media 2006-2021 di 215.548 ettari. La superficie totale bruciata nell’UE dall’inizio dell’anno al 3 settembre ammonta a oltre 750.000 ettari, rispetto a una media di poco più di 260.000 ettari nei 15 anni precedenti. Vale a dire un’area grande come ¼ del Belgio, all’incirca pari all’estensione del Friuli.
Leggi anche Incendi, nell’Europa mediterranea aumentano del 20-30% ogni 10 anni
I paesi che hanno rilasciato più emissioni sono Francia e Spagna. Il paese transalpino ha vissuto una stagione degli incendi tremenda: 62mila ettari bruciati, più di 6 volte rispetto alla norma. Ciò ha portato a un record assoluto di emissioni. Stessa situazione per il paese iberico.
“L’entità e la persistenza degli incendi nell’Europa sudoccidentale, che hanno portato alle emissioni più elevate in Europa degli ultimi 15 anni, sono state estremamente preoccupanti per tutta l’estate. La maggior parte degli incendi si è verificata in luoghi in cui il cambiamento climatico ha aumentato l’infiammabilità della vegetazione, come nell’Europa sudoccidentale, e come abbiamo visto in altre regioni in altri anni”, commenta lo scienziato di Copernicus Mark Parrington.
Leggi anche Incendi in Italia: nel 2021 in cenere più di 150mila ha
Una situazione che ieri ha indotto l’Unione Europea ad accelerare il piano per creare una flotta europea di mezzi antincendio, che possano essere rapidamente dislocati là dove le risorse nazionali non bastano durante i periodi di emergenza. “A livello europeo, abbiamo raggiunto il nostro limite di capacità. Alcuni incendi devastanti in alcuni Stati membri non hanno portato a una richiesta di assistenza perché i Paesi interessati sapevano che non sarebbe stata disponibile alcuna capacità”, ha spiegato Janez Lenarcic, commissario per la Gestione delle crisi.