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Incendi in Canada, la crisi climatica soffoca il Nord America

Mancanza di pioggia e temperature sul Canada anche 8 gradi oltre la media a maggio sono i principali fattori dietro il boom di incendi che sta bruciando il paese dall’Atlantico al Pacifico. Combinati, fanno sì che si sprigioni un maggior numero di fulmini, che aggravano il bilancio dei roghi. È un fenomeno fuori scala se lo confrontiamo con le medie storiche, ma riflette la nuova normalità se volgiamo lo sguardo ai prossimi decenni

Incendi in Canada: sarà la peggior stagione di sempre
Vista di un ponte a New York ammantato dal fumo degli incendi canadesi. Crediti: @spectatorindex

Ad oggi ci sono oltre 400 roghi attivi di cui più di 230 completamente fuori controllo

(Rinnovabili.it) – Allerta rossa su tutta la costa orientale degli Stati Uniti, sono 75 milioni le persone a rischio per l’aria carica di fumo. Fumo che ieri ha tenuto a terra gli aerei negli aeroporti di New York. I grattacieli della Grande Mela si vedevano sfocati sullo sfondo di un cielo arancione. Il livello di PM2.5 è 15 volte più alto della soglia di sicurezza stabilita dall’Oms. L’area colpita è grande migliaia di km2. Sono le prime conseguenze su larga scala delle centinaia di incendi in Canada, che si sono intensificati all’inizio di giugno. Il Canada ospita il 9% delle foreste mondiali.

La peggior stagione degli incendi in Canada di sempre

Quella che si sta consumando in queste settimane ha tutti i numeri per diventare presto la peggior stagione degli incendi in Canada di sempre. L’avvio è stato a marzo e in questi tre mesi i roghi hanno colpito tutte le province canadesi con l’esclusione di Nunavut e Prince Edward Island.

crediti: government of Canada

Ad oggi, 8 giugno, in tutto il paese sono attivi 414 incendi, di cui più della metà, 239, sono classificati come “fuori controllo”. Solo in Quebec, nella parte orientale del paese, i roghi sono 160. L’aria è diventata irrespirabile anche in altre parti degli Stati Uniti, tra Idaho, Montana e Colorado, in conseguenza dei roghi attivi sulla costa occidentale canadese. Fino all’inizio di questa settimana, i roghi avevano distrutto 3,3 milioni di ettari di territorio, 13 volte più della media degli ultimi 10 anni. Oltre 120mila persone sono state sfollate.

Il ruolo della crisi climatica

“La distribuzione degli incendi da costa a costa quest’anno è insolita. In questo periodo dell’anno, di solito gli incendi si verificano solo su un lato del Paese, il più delle volte a ovest”, ha dichiarato Michael Norton, funzionario del ministero delle Risorse Naturali del Canada. Le cause? In parte, la stagione degli incendi in Canada è alimentata dall’impatto della crisi climatica.

Nei mesi scorsi il moltiplicarsi dei roghi, soprattutto sul versante Pacifico, è avvenuto anche per un’inusuale carenza di piogge che hanno reso terreni e boschi più secchi. Il boom di incendi in questi ultimi giorni, invece, sembra riconducibile alle temperature eccezionalmente alte che hanno caratterizzato per quasi tutto maggio il Canada, con anomalie termiche anche di +8°C rispetto alla media storica. La combinazione di questi due fattori aumenta anche il numero di fulmini, che possono fungere da innesco per gli incendi.

Come in molti altri casi di disastri climatici, anche per gli incendi in Canada siamo tentati di usare l’aggettivo “eccezionali”. In realtà non è così. Se guardiamo al passato, la situazione attuale è completamente fuori scala. Ma se guardiamo al futuro, le previsioni dell’Ipcc e delle principali agenzie Onu dicono che questa è, più o meno, la nuova normalità per il 21° secolo. Uno studio dell’Unep, l’anno scorso, affermava che gli incendi in tutto il mondo dovrebbero crescere di intensità del 57% entro fine secolo.