Lo studio di attribuzione della World Weather Attribution calcola che il tempo di ritorno della combinazione di fattori alla base dei roghi è passato da 1 ogni 23 anni a 1 ogni 17 anni rispetto al periodo pre-industriale. E la stagione secca si è allungata di 23 giorni. I roghi sono stati il 6% più intensi
I cambiamenti climatici hanno reso il 35% più probabile il verificarsi della combinazione di caldo, siccità e forti venti che ha favorito lo scoppio dei devastanti incendi di Los Angeles. Nel clima di oggi, questo intreccio di condizioni si dovrebbe verificare 1 volta ogni 17 anni. In un clima 1,3°C più freddo, cioè quello dell’epoca pre-industriale, i roghi in California di tale vastità dovrebbero ripresentarsi solo 1 volta ogni 23 anni e in maniera meno intensa.
Lo afferma uno studio di “attribuzione rapida”, in cui gli scienziati climatici del consorzio World Weather Attribution (WWA) indagano e quantificano il ruolo dei cambiamenti climatici nel rendere più frequenti, intensi e devastanti eventi climatici estremi che si verificano in tutto il mondo. Questo tipo di studi viene prodotto nell’immediatezza dell’evento e non sono peer-reviewed, ma si basano su una metodologia solida e ormai convalidata.
Incendi di Los Angeles, stagione secca si è allungata di 23 giorni
Gli incendi devastanti che hanno colpito la California meridionale a gennaio hanno avuto molteplici cause. Lo studio del WWA segnala:
- Condizioni meteorologiche estreme: alte temperature, bassa umidità e forti venti (nell’area di Los Angeles sono detti “venti di Santa Ana”).
- Condizioni di siccità: l’autunno e l’inverno sono stati insolitamente secchi dopo due anni molto piovosi, il che ha favorito la crescita di erba e arbusti infiammabili.
- Lunghezza della stagione degli incendi: la stagione secca, ovvero il periodo in cui si verificano incendi, è aumentato di 23 giorni rispetto al periodo preindustriale. Sempre a causa dei cambiamenti climatici.
“Uno dei messaggi chiave dello studio WWA è che la stagione secca nella regione dura più a lungo che in passato (di 23 giorni), aumentando il rischio che condizioni di siccità estrema si sovrappongano a forti venti (di Santa Ana), che si verificano principalmente in inverno”, afferma il climatologo Karsten Haustein dell’università di Lipsia, che non è stato coinvolto nello studio.
“Mentre la WWA non rileva una velocità del vento in aumento durante gli eventi di Santa Ana, rileva che il rischio di una stagione secca di questo tipo è già aumentato del 35%, con un aumento del 6% nell’intensità degli incendi”, aggiunge.
A gennaio, incendi devastanti hanno colpito la California meridionale, in particolare l’area attorno a Los Angeles, penetrando poi nei quartieri periferici della metropoli. Finora gli incendi di Los Angeles hanno causato almeno 29 vittime, distrutto oltre 16mila edifici, e ridotto in cenere più di 16mila ettari di territorio.