In appena 48 ore le fiamme hanno invaso le aree urbane a nord e ovest della metropoli americana. 5 i morti e almeno 100mila gli sfollati. È l’incendio invernale più grave di sempre. Cosa c’entra il cambiamento climatico?
C’è una combinazione di siccità estrema, temperature record e venti imponenti dietro gli incendi in California che stanno minacciando da giorni l’area di Los Angeles. Tutti (o quasi) fattori aggravati dalla crisi climatica, che stanno dando vita al peggiore incendio invernale almeno da 40 anni a questa parte per la costa ovest degli Stati Uniti.
Cosa sappiamo degli incendi in California?
Gli incendi hanno iniziato a propagarsi tra il 7 e l’8 gennaio nell’entroterra di Los Angeles e grazie ai forti venti si sono rapidamente allargati fino a lambire alcune delle aree urbane più popolose del paese a nord e ovest della metropoli.
La città conta 4 milioni di abitanti, l’area metropolitana sfiora i 19. Tra le zone colpite ci sono anche luoghi iconici come Hollywood Hills, oltre a quartieri come Pacific Palisades, Altadena e Sylmar.
Alla mattina del 9 gennaio, 48 ore dopo i primi roghi, gli incendi principali sono 4:
- Il Pacific Palisades Fire ha bruciato 6.000 ettari e distrutto 1.000 strutture.
- L’Eaton Fire ha bruciato 4.000 ettari nelle aree di Altadena e Los Angeles National Forest.
- Lo Hurst Fire (Sylmar) ha costretto all’evacuazione migliaia di residenti per la sua crescita rapida.
- Il Sunset Fire a Hollywood Hills minaccia le ville di molti vip e monumenti iconici, inclusa la Walk of Fame.
Alle 10 di mattina del 9 gennaio, ora italiana, il bilancio provvisorio degli incendi in California è di 5 morti, oltre 100mila sfollati, almeno 2mila strutture distrutte. La città e il governo si attrezzano per contenere i roghi. I pompieri hanno però dovuto fare i conti con la scarsità d’acqua. Il presidente Biden ha annullato la visita in Italia per seguire da vicino gli eventi e ha dichiarato l’emergenza nazionale. È partita la mobilitazione per aiutare gli abitanti. Ad esempio, Airbnb ha annunciato di voler mettere a disposizione degli sfollati gli alloggi presenti sulla sua piattaforma.
Il ruolo dei cambiamenti climatici negli incendi di Los Angeles
Anche se la California è particolarmente colpita da incendi devastanti, e lo è – per quanto riescono a ricostruire gli scienziati – da migliaia di anni, la situazione attuale non può essere definita “normale”. I trend parlano chiaro. Uno studio del World Resource Institute del 2023 calcolava che in 20 anni i grandi roghi sono diventati 2 volte più grandi e inceneriscono 3 milioni di ettari in più (un’area grande come il Belgio). La ragione? Riscaldamento globale, con temperature medie più alte e ondate di calore più frequenti e intense.
Gli stessi fattori sono all’opera anche negli incendi in California di questi giorni e hanno portato a un rogo piuttosto “fuori stagione”. Ma non sono gli unici.
I cambiamenti climatici hanno influenzato in molti modi gli incendi che minacciano Los Angeles. Vediamo, sinteticamente, i fattori più importanti:
- Siccità prolungata: una grave mancanza di pioggia durante il periodo invernale (stagione tipicamente umida) ha lasciato la vegetazione estremamente secca e infiammabile. Da maggio 2024, sono stati registrati solo 7,6 mm di pioggia a Los Angeles.
- Condizioni idroclimatiche estreme: contrasto tra le abbondanti piogge degli anni 2022-2023 (che hanno favorito la crescita di vegetazione) e la successiva siccità del 2024-2025. In gergo, questa oscillazione tra eventi estremi secchi e umidi è definita “colpo di frusta climatico”, ed è un fenomeno intensificato dal cambiamento climatico.
- Aumento delle temperature: un’estate insolitamente calda ha accelerato l’essiccazione della vegetazione, trasformandola in “carburante” per gli incendi. Come nel resto del mondo, il riscaldamento globale sta intensificando ondate di calore e periodi di alta temperatura in California.
- Venti di Santa Ana: i venti che stanno soffiando in questi giorni sono caldi e secchi e raggiungono velocità di 160 km/h, creando condizioni ideali per la rapida diffusione delle fiamme. L’assenza di venti umidi provenienti dall’oceano ha contribuito a rendere le condizioni ancora più aride.
- Jet stream spostato: il flusso della corrente a getto circumpolare si è spostato verso nord, deviando le piogge invernali verso il Pacifico nord-occidentale e lasciando la California meridionale in condizioni aride. Lo spostamento del jet stream è in parte influenzato dai cambiamenti climatici.
- Prolungamento della stagione degli incendi in California: alcuni studiosi ritengono che ormai non si possa più parlare di “stagione”, perché da alcuni anni i roghi avvengono anche in inverno e nelle stagioni più piovose. Ciò sta rendendo più difficile condividere risorse internazionali come aerei antincendio e squadre di soccorso. Il che, a sua volta, favorisce l’espansione ulteriore dei roghi.